I tumori tra i giovani sono in aumento?

tumori tra i giovani

A cura di Michela Vuga per conto della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro

Uno studio internazionale molto discusso negli ultimi mesi ha registrato un aumento dei casi di tumore nelle persone con età inferiore ai 50 anni. Il dato però è forse meno allarmante di quanto possa sembrare.

Secondo uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Oncology qualche mese fa, nel mondo i casi di tumore diagnosticati prima dei 50 anni sarebbero aumentati, negli ultimi trent’anni, addirittura del 79%. Occorre dunque preoccuparsi? E l’allarme riguarda anche l’Italia? 

“Chiariamo subito che in Italia i dati dei registri di popolazione mostrano che sotto i 50 anni i nuovi casi diagnosticati ogni anno sono sostanzialmente stabili o con minime variazioni” sottolinea Luigino Dal Maso, del CRO – Centro di riferimento oncologico di Aviano e ricercatore AIRC. Come interpretare, allora, il dato? Occorre senza dubbio fornire un contesto più accurato, perché l’enorme incremento dei casi segnalato è in gran parte spiegato dall’aumento della popolazione mondiale. 

Numeri assoluti e tassi standardizzati

Lo studio ha indagato l’incidenza di 29 tipi di tumore a livello globale nella fascia di età 15-49 anni, elaborando i dati epidemiologici del Global Burden of Disease che analizza a livello mondiale l’impatto delle diverse malattie e i fattori di rischio. Il punto è che gran parte delle conclusioni dello studio sono basate su numeri assoluti, ovvero non tengono conto del fatto che dal 1990 al 2019 la popolazione mondiale nella fascia di età 15-49 anni è cresciuta del 45%. “Se la popolazione aumenta quasi della metà, ovviamente anche il numero totale di tumori aumenta” spiega Dal Maso. “È chiaro che l’incremento in termini assoluti è importante per le persone e la società, specie nei Paesi in cui la popolazione giovane aumenta più rapidamente. Tuttavia, per effettuare confronti tra Paesi e periodi storici diversi, è importante non riferirsi solo ai numeri assoluti ma anche ai tassi di incidenza, che tengono conto di come varia il numero e la distribuzione di età della popolazione.” Ciò significa confrontare il numero di nuove diagnosi di cancro a parità di persone; nello specifico, di solito il tasso standardizzato si calcola misurando il numero di nuovi casi di cancro riscontrati in un anno ogni 100.000 persone. Dunque, quel 79% di aumento di neoplasie tra i giovani denunciato dallo studio andrebbe riletto tenendo conto dei tassi standardizzati, che sono peraltro riportati in parte nello studio: “In estrema sintesi, se si guarda ai tassi di incidenza standardizzati per età che gli stessi autori hanno calcolato, e si tiene cioè conto dell’aumento e dell’invecchiamento della popolazione, un incremento dell’incidenza dei tumori in tutto il mondo c’è ma è più contenuto. Interessante notare che negli ultimi 20 anni considerati non si osservano variazioni rilevanti per tutti i tumori né per gli uomini nella fascia di età 15-49 anni, stabili a circa 65 casi ogni 100.000 maschi, né per le donne nella stessa fascia d’età, costanti attorno a 90 per 100.000”. 

Quindi da un lato è giusto preoccuparsi perché, a livello globale, l’aumento della popolazione si traduce in un aumento assoluto anche delle malattie oncologiche che i sistemi sanitari si troveranno ad affrontare. Dall’altro, se si considerano i tassi standardizzati, emerge un altro quadro più articolato, forse meno preoccupante ma che deve comunque ricordarci l’importanza della prevenzione primaria e di quella secondaria attraverso gli screening.

La situazione italiana

Per capire qual è la situazione in Italia abbiamo verificato i dati di alcuni registri tumori italiani: “Per esempio, se guardiamo ai casi osservati in Veneto e Friuli Venezia Giulia, emerge che l’incidenza per tutti i tumori nella fascia di età 0-49 nella popolazione femminile passata da circa 140 casi per 100.000 donne registrati nel 2000 ai 170 del 2019, mentre in quella maschile i casi sono costanti negli ultimi venti anni, intorno agli 80-85 per 100.000. Andamenti simili, ovvero tassi costanti negli uomini e in leggero aumento nelle donne, si osservano anche nell’area di Napoli, mentre in Emilia Romagna il numero di nuovi casi è stabile sia negli uomini sia nelle donne. L’aumento nelle donne sotto i 50 anni di età riguarda in particolare le nuove diagnosi di tumori della mammella, della tiroide e i melanomi, mentre le diagnosi di tumori che tante preoccupazioni hanno suscitato di recente quali quello del colon-retto (5% di tutti i casi in questa età) risultano in calo dell’1% l’anno in entrambi i sessi negli ultimi 10 anni, così come risultano in decremento le nuove diagnosi di tumori del pancreas nei giovani”.

La salute è uno stile di vita

Come possiamo arginare l’aumento di casi tra gli under 50? La risposta non è facile ma va in ogni caso ricordato che almeno il 40% dei tumori in tutte le fasce di età si potrebbe evitare mantenendo fin da giovani uno stile di vita sano. Ma se guardiamo alla realtà italiana, non si sta facendo abbastanza per prevenire l’esposizione dei giovani ai fattori di rischio modificabili: oltre il 20% dei bambini e degli adolescenti italiani è in sovrappeso o obeso, la percentuale di ragazzi che inizia a fumare è rimasta invariata negli ultimi anni, e non ci sono dati incoraggianti per quanto riguarda l’abitudine alla sedentarietà e il consumo di alcol. Sarebbe quindi fondamentale promuovere sempre di più iniziative che fin da bambini aiutino a comprendere l’importanza sia di mantenere abitudini di vita salutari, sia di aderire ai programmi di vaccinazioni che prevengono i tumori e ai programmi di screening.