di Cecilia Deiana
L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali: il primo caso riconosciuto nell’uomo risale al 1933, in Inghilterra.
I virus influenzali appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae si distinguono in tre tipologie A, B e C: i primi, di tipo A, sono ulteriormente suddivisi in sottotipi.
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza dei virus influenzali a mutare, cioè ad acquisire variazioni molecolari in due specifiche glicoproteine di superficie, HA e NA, che consentono di eludere la risposta immunitaria dell’ospite sviluppatasi in precedenti infezioni; per tale motivo, gran parte della popolazione è immunologicamente suscettibile all’influenza, che può quindi diffondersi rapidamente.
L’ultima pandemia influenzale, dovuta al virus A (variante H1N1), si è verificata nel 2009. È comunque importante sottolineare che la comparsa di un ceppo con proteine di superficie radicalmente nuove, quindi di un virus influenzale completamente diverso da quelli precedentemente circolanti, non è di per sé sufficiente per giustificare la genesi di una pandemia. . Occorre, in primis, che il nuovo virus sia capace di trasmettersi da uomo a uomo in modo efficace; i virus di sottotipo H5N1 isolati nei vari individui ad Hong Kong nel 1997 non possedevano, fortunatamente, questa caratteristica. Un evento simile si è verificato nel 1999, quando due bambini, sempre provenienti da Hong Kong, risultarono affetti da un’influenza causata dal virus sottotipo A, solitamente infettivo sugli uccelli. Anche in questa occasione, però, il virus non si trasmise ad altri individui e si esaurì con l’infezione nei soggetti individuati: nessun nuovo caso venne segnalato dopo l’aprile 1999.
In particolare, è importante individuare l’inizio, la durata e l’intensità dell’epidemia stagionale, oltre che la distribuzione geografica, stimando l’incidenza delle sindromi simil-influenzali e identificando i ceppi virali circolanti. I virus influenzali si trasmettono prevalentemente per via aerea e si diffondono molto facilmente attraverso le goccioline di saliva che il soggetto infetto produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi. La trasmissione può avvenire anche attraverso il contatto delle mucose, per esempio di occhi, naso e bocca, con oggetti contaminati, considerando che il virus dell’influenza può persistere fuori dall’ospite a lungo. La mascherina chirurgica o ffp2, il cui utilizzo si è intensificato negli ultimi anni, ha ridotto notevolmente le patologie influenzali perché ha rappresentato un’ efficace barriera al passaggio dei virus influenzali attraverso la via aerea.
Come funzionano i nostri polmoni
I polmoni fanno parte dell’apparato respiratorio, sistema articolato nelle vie aeree superiori, che comprendono naso, laringe e faringe, e inferiori, a cui appartengono, oltre ai polmoni, trachea, bronchi, bronchioli, i muscoli della respirazione intercostali e il diaframma. L’aria, dopo esser stata inspirata, filtrata e deumidificata dal naso, percorre una serie di condotte dal diametro sempre più piccolo fino ad arrivare al tessuto polmonare. In buona sostanza, possiamo immaginare l’apparato respiratorio come un albero, costituito da un tronco centrale e da varie ramificazioni rappresentate da bronchi e bronchioli che terminano con gli alveoli, attraverso i quali avvengono gli scambi gassosi, l’acquisizione di ossigeno e l’eliminazione di anidride carbonica. Sintomi
La vera sindrome influenzale è caratterizzata da febbre e disturbi alle vie respiratorie che possono arrivare a interessare l’intero organismo. Dopo un’incubazione in genere abbastanza breve, che varia da uno a quattro giorni, si manifesta febbre, accompagnata da brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, astenia, mialgia, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite.
Possono essere presenti altri sintomi come fotofobia e inappetenza. Non sono comuni sintomi a carico del tratto gastrointestinale, quali nausea, vomito, diarrea, associati solitamente a infezioni da virus simil-influenzali. La diagnosi di influenza si basa comunemente sui sintomi clinici, ma la certezza può essere raggiunta solo con l’isolamento del virus influenzale che tuttavia viene effettuato nell’ambito di studi scientifici.
Complicanze
La maggior parte delle persone guarisce entro una settimana senza richiedere cure mediche e nel soggetto sano l’influenza raramente dà luogo a complicazioni. La principale manifestazione che può sopraggiungere è un’infezione batterica a carico dell’apparato respiratorio e dell’orecchio, ma anche complicanze a carico dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso, oltre che all’aggravamento di malattie preesistenti.
Prevenzione
La vaccinazione è lo strumento più efficace per prevenire e combattere l’influenza, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di infezione, i sintomi sono meno gravi e, generalmente, non seguiti da complicanze. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale rappresenta un’importante misura di protezione non solo per sé stessi ma anche per chi ci sta attorno e, e riduce il carico nelle strutture sanitarie.
Il vaccino antinfluenzale è indicato per la protezione di tutti i soggetti che non presentino specifiche controindicazioni alla sua somministrazione che avviene per via intramuscolare, nel deltoide, nei soggetti di età superiore a 2 anni, mentre, per i più piccoli, è consigliato il muscolo antero-laterale della coscia; una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile.
Nella stagione influenzale, inoltre, le abitudini quotidiane dovrebbero essere ulteriormente focalizzate su:
- lavarsi bene e con frequenza le mani;
- coprirsi bocca e naso con le mani quando si starnutisce o tossisce;
- evitare, se possibile, i luoghi affollati.
Sarebbe altresì opportuno ridurre la temperatura del riscaldamento a domicilio e prevedere degli umidificatori per mantenere una corretta idratazione delle mucose. Si è visto infatti che la riduzione della temperatura dei termosifoni evita bruschi sbalzi di temperatura nel passaggio da casa agli ambienti esterni.
Terapia
Il ricorso ai farmaci deve essere limitato all’uso di:
- analgesici: per limitare i dolori muscolari e scheletrici;
- antipiretici: per abbassare la temperatura;
- antibiotici: non hanno alcun effetto nei confronti dei virus influenzali e devono essere assunti solo su indicazione medica laddove ci sia sospetto di sovra infezioni batteriche.