di Rosalinda Leo
L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata da valori della pressione, misurata a riposo, più alti rispetto ai parametri fisiologici; è conosciuta anche con il nome di “killer silenzioso” poiché, pur agendo nell’ombra, è capace di determinare malattie gravi e invalidanti.
Cos’è la pressione arteriosa e come si misura?
La pressione arteriosa è la pressione che il cuore esercita per far circolare il sangue in tutti i distretti del nostro corpo. Il cuore, infatti, funziona in maniera analoga a una pompa:contraendosi spinge il sangue verso l’esterno, permettendogli di raggiungere gli organi e i tessuti del corpo, mentre rilassandosi richiama verso di sé il sangue dalle periferie.
La misurazione della pressione arteriosa viene espressa in millimetri di mercurio (mmHg) e si compone di due valori:
- la pressione sistolica, detta massima, che corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie;
- la pressione diastolica, detta minima, che corrisponde alla pressione arteriosa nel momento in cui il cuore si rilassa.
Quali sono i valori ottimali?
I valori ottimali di un individuo in salute dovrebbero oscillare intorno a 120 mmHg di pressione sistolica e circa 80 mmHg valori di pressione diastolica: una persona viene dunque definita ipertesa quando la pressione supera costantemente i valori di 90 e 140 mmHg.
L’ipertensione arteriosa è un fenomeno che accompagna l’invecchiamento delle nostre arterie, che nel tempo riducono la loro elasticità; con l’avanzare dell’età, infatti, il corpo tende a trattenere più liquidi e si attivano dei meccanismi neuro-ormonali che determinano un innalzamento della pressione. È importante associare l’aggettivo costante alla definizione di ipertensione, poiché la pressione subisce variazioni determinate dal momento della giornata (aumenta dopo il risveglio, raggiungendo l’apice a mezzogiorno, quindi diminuisce e poi a risale nel tardo pomeriggio), dall’attività fisica e dalle situazioni di stress emotivo.
La parola al cardiologo
Per approfondire il discorso, abbiamo intervistato un medico dell’equipe del reparto di Cardiologia dell’Ospedale Maria Vittoria, il Dottor Stefano Drago, Cardiologo Interventista.
Dottore, quali sono le possibili cause dell’ipertensione?
“Noi medici preferiamo distinguere due tipologie di ipertensione: l’ipertensione essenziale, o primaria, che indica l’aumento della pressione dovuto a una serie di fattori, alcuni sconosciuti altri correlati alla predisposizione genetica, alla familiarità, ad abitudini alimentari scorrette, come il consumo di troppo sale, all’età avanzata, al sovrappeso, alla sedentarietà; questa tipologia di ipertensione è quella riscontrabile nella maggior parte dei casi. Nel’ipertensione secondaria, invece, l’aumento di pressione è determinato da una causa precisa, per esempio una malattia cardiaca, il diabete, la gravidanza, l’uso di alcuni farmaci, malattie renali, disfunzioni ormonali e altro”.
Come viene descritta comunemente la sintomatologia correlata all’ipertensione?
“La pressione alta difficilmente dà sintomi riconoscibili; inoltre viene misurata occasionalmente, molto spesso per controllare lo stato di benessere generale del soggetto. Ciò che si constata con maggior frequenza sono invece le conseguenze determinate dall’ipertensione, quali ictus, insufficienza renale, aritmie e infarti. Dal momento che l’ipertensione presenta un maggior tasso di incidenza con l’avanzare dell’età, risulta assolutamente fondamentale prevenire gli esordi più sfavorevoli di tale condizione, abbassando cioè i livelli di pressione prima che sopraggiungano le complicanze a cui accennavamo prima”.
Quali sono i principali accorgimenti che consiglia di adottare in caso in cui si registri un innalzamento della pressione?
Siccome per confermare la diagnosi di ipertensione occorre effettuare più misurazioni, è bene innanzitutto tenere un diario della pressione, ove annotare i valori di pressione registrati in un lasso temporale di alcuni giorni. Sebbene lo specialista dell’ipertensione sia il cardiologo, anche il medico di famiglia può offrire un valido supporto e un parere professionale. In caso di diagnosi di ipertensione, gli esami da eseguire sono emocromo, colesterolo, glicemia, livelli di sodio, potassio, creatinina, esame completo delle urine ed elettrocardiogramma, in modo da tenere sotto controllo tutti i distretti del corpo potenzialmente soggetti agli effetti indesiderabili dell’ipertensione”.
Molto spesso i pazienti si rivolgono alla farmacia per capire quale sia il momento migliore per misurare la pressione. Ci aiuti a fornire una risposta corretta.
Le misurazioni non devono essere troppo frequenti, meglio distribuirle nell’arco della settimana. Quanto all’orario, a mio avviso non è decisivo un determinato orario rispetto a un altro; meglio evitare i momenti di stress, agitazione, sforzo fisico o i momenti di malessere in quanto, in corrispondenza a tali situazioni, i valori potrebbero risultare impropriamente alti.
È possibile prevenire l’ipertensione?
È necessario, innanzitutto, correggere alcuni fattori di rischio; ai miei pazienti consiglio sempre di ridurre il sale e limitare il consumo di cibi che ne sono ricchi, disporre una dieta ricca di frutta, verdura e cereali per evitare il sovrappeso, effettuare attività aerobica quali una camminata veloce, bici, corsa almeno per 30 minuti tutti i giorni; e ancora, evitare il fumo e limitare le condizioni di stress. Dopo i 60-65 anni è importante misurare regolarmente la pressione, in modo da poter agire rapidamente”.
Quanto alla terapia, esiste una classe di farmaci migliore rispetto a un’altra nel controllo dell’ipertensione?
La disponibilità di farmaci per curare l’ipertensione è altissima, pertanto l’approccio più corretto è tarare la terapia in base al sesso, all’età e alla gravità della situazione. In presenza di allergia o nel caso in cui la terapia non dovesse funzionare al primo tentativo, niente panico! Abbiamo molte frecce al nostro arco e, senza dubbio, è possibile giungere a quella adatta. Inoltre, la terapia dovrebbe essere adeguata in base ai cambi di stagione: molti pazienti possono manifestare innalzamenti della pressione e crisi ipertensive con i primi freddi, oppure abbassamenti della pressione con i primi caldi. In questi casi è necessario modificare la terapia sotto controllo medico.
La terapia può anche essere integrata con altri prodotti, come gli integratori, purché si tengano in considerazione i valori pressori e gli altri fattori di rischio. Tra gli integratori più utilizzati ci sono quelli a base di Omega 3, olivo e aglio.
Parlando di dati, in Italia le persone arruolate nell’esercito degli ipertesi sono almeno 15 milioni e ogni anno questa patologia è in grado di causare 240.000 decessi.
Come dicevamo all’inizio, uno degli aspetti più pericolosi è proprio la silenziosità con cui l’ipertensione causa danni all’interno del nostro corpo: per questo motivo è bene tenere sotto controllo i livelli di pressione e seguire scrupolosamente le raccomandazioni mediche.