India, magica India
di Manuela Chiantore
Avevo 26 anni quando ho visitato l’India per la prima volta. Ricordo ancora che, uscendo dall’aeroporto di Nuova Delhi, i miei sensi furono inebriati da un insieme di profumi mai percepiti prima che creavano un’atmosfera ovattata, quasi surreale. Queste prime sensazioni segnarono l’inizio di tre settimane intense, dedicate alla conoscenza di un Paese complesso, dagli usi e costumi lontani dai nostri ma, forse anche per questo, dotati di un intramontabile fascino.
Le contraddizioni dell’India hanno contribuito a farmene innamorare perdutamente, tanto che, negli anni a venire, ho scelto di farvi ritorno più volte. In particolare, durante un soggiorno nel Kerala, ho avuto la possibilità di approfondire la conoscenza della medicina Ayurveda, ossia la medicina tradizionale dell’India, utilizzata fin dall’antichità e ancora oggi estremamente diffusa in tutto il mondo.
L’Ayurveda, nata in India intorno al V secolo a.C., è una vera e propria filosofia di vita, che si pone l’obiettivo di raggiungere e conservare uno stato di buona salute utilizzando le proprietà degli oli e delle spezie, dei cibi sani e dei rimedi naturali. Si basa sulla profonda conoscenza del corpo e della sua relazione con la mente e con lo spirito.
La salute, in India, viene considerata come uno stato di equilibrio in cui i fattori psicologici e ambientali rivestono la stessa importanza di quelli fisici. Secondo l’ayurveda, il corpo è pervaso dai dosha, le tre energie vitali (pitta, vata e kapha) che, quando si trovano in equilibrio tra loro, determinano lo stato di benessere dell’individuo; una situazione di squilibrio, al contrario, può essere responsabile della malattia.
Il medico ayurvedico, quindi, si focalizza sulla salute residua e cerca di ampliarla il più possibile; secondo questa filosofia, insomma, ci si dovrebbe rivolgere al medico quando ci si trova in buona salute al fine di mantenere questo stato di benessere.
I rimedi previsti dalla medicina ayurvedica sono:
- trattamenti estetici con oli, spezie ed erbe medicinali;
- esercizio fisico (yoga, massaggi, tecniche di rilassamento, respirazione profonda);
- meditazione.
La medicina ayurvedica, inoltre, ha una visione molto particolare dell’alimentazione; secondo tale filosofia, ogni individuo è caratterizzato da una diversa costituzione fisica e dunque non esiste uno stile alimentare adatto a tutti. Esistono principalmente tre tipologie di costituzione e il piano alimentare dovrebbe essere modulato a seconda delle caratteristiche di ciascuno, tenendo lontani gli alimenti dannosi e prediligendo il consumo di quelli che apportano un maggiore effetto benefico sull’organismo.
Un’altra pratica fondamentale nella medicina ayurvedica è l’utilizzo di erbe, spezie e piante medicinali, sia a uso topico che a uso sistemico. Tra le spezie maggiormente impiegate si annovera la curcuma, la regina della medicina ayurvedica. Utilizzata da quasi 5000 anni, presenta un sapore intenso ed è caratterizzata da tinte arancioni che, insieme ai toni del giallo, richiamano il colore predominante nelle strade indiane: la ritroviamo nei sari delle donne, nelle ceste di spezie esposte nelle bancarelle, nei tanti fiori che vengono usati per ornare i templi e nelle pareti esterne delle case. Questa spezia, che è alla base della preparazione del curry, può essere usata come colorante naturale e come ingrediente per preparare zuppe e dolci dai sapori orientali.
La curcuma ha un impiego interessante anche in ambito terapeutico in quanto,a dotata di una spiccata azione antisettica, antibatterica, antivirale e cicatrizzante; aiuta inoltre a migliorare i problemi digestivi e protegge la salute del fegato.
Bastano pochi ingredienti per preparare una deliziosa tisana digestiva: è sufficiente sciogliere in una tazza di acqua calda 1 cucchiaino di polvere di curcuma, quindi aggiungere il succo estratto da mezzo limone non trattato, mezzo cucchiaino di miele e un pizzico di pepe nero.