di Ermina Venturino
Durante lo scorso anno le restrizioni, adottate per limitare la diffusione del virus da SARS-CoV-2, hanno prodotto una drastica diminuzione delle patologie correlate al freddo. Nella stagione autunno-inverno in corso, invece, si prevede che, con la ripresa lavorativa in presenza e il ritorno della didattica in aula, il virus dell’influenza possa tornare a circolare a ritmo sostenuto, grazie anche agli sbalzi termici caratteristici del periodo.
L’influenza è una malattia provocata dagli Orthomixovirus che infettano le vie aeree. È molto contagiosa e si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva.
I sintomi più comuni sono febbre oltre i 38°C, mal di gola, tosse, secrezioni nasali abbondanti, malessere generale, mancanza di appetito, dolori ai muscoli, alle ossa o alle articolazioni; nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale come nausea, vomito e diarrea.
Di solito, la curva epidemica raggiunge il picco all’inizio del mese di febbraio e i casi severi e le complicanze dell’influenza sono più frequenti nei soggetti con più di 65 anni di età e con condizioni di rischio come, per esempio, il diabete, le malattie immunitarie, cardiovascolari e respiratorie croniche. Tuttavia, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane.
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza c'è la marcata tendenza dei virus influenzali a mutare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che riescono così ad aggirare la barriera immunitaria costituita a seguito della pregressa infezione; ciò spiega perché l’influenza colpisce ripetutamente la popolazione e perché la vaccinazione antinfluenzale, che rappresenta l’unico strumento di prevenzione per questa malattia, va ripetuta ogni anno.
Sulla base dei dati di laboratorio raccolti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fornisce indicazioni sulla composizione del vaccino da utilizzare e sulle misure da adottare per la prevenzione e il controllo dell’influenza stagionale.
La vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente alle persone dai 60 anni in su, a chi soffre di patologie gravi (malattie renali, cardiache, respiratorie, epatiche, diabete), a soggetti ricoverati in strutture per lungodegenti, a donne in gravidanza e a donatori di sangue. È consigliata anche a chi svolge attività lavorative di interesse collettivo o a chi potrebbe trasmettere l’influenza a persone ad alto rischio di complicanze.
Il Ministero della Salute ha diffuso una circolare in cui conferma la possibilità della co-somministrazione nella stessa seduta, in due siti diversi, del vaccino antinfluenzale e del vaccino anti-Covid19. Questa disposizione rappresenta un’opportunità per le persone che devono sottoporsi alla terza dose o che cominciano il ciclo vaccinale o, ancora, che sono alla seconda somministrazione.