di Gigliola Braga
Negli ultimi anni il tè, che fino a qualche tempo fa era diffuso soprattutto in Giappone e in Cina, è diventato una tra le bevande più apprezzate anche in Europa in virtù delle sue qualità gustative e terapeutiche. In particolare, l’azione delle catechine e della teanina sembra avere un impatto positivo sul nostro organismo.
Esistono diversi tipi di tè che differiscono in base al tipo di pianta, al momento della raccolta e al luogo di coltivazione: per fare qualche esempio, il Matcha, il tè migliore per il suo elevato contenuto di teanina, viene tradizionalmente coltivato all’ombra; seguono i preparati con le foglioline tenere della prima raccolta di maggio, il rinfrescante Sencha, che proviene da piante coltivate al sole, e il più dolce Gyokuro, cresciuto all’ombra. Il Bancha, invece, costituisce il raccolto estivo meno ricco in teina.
I tè giapponesi contengono più EGCG (gallato di epigallocatechina) rispetto a quelli cinesi ed è proprio questa sostanza a svolgere un’azione antiossidante, antinfiammatoria e antitumorale. Per beneficiare al meglio delle proprietà del tè è bene non aggiungere limone e/o latte perché alterano i principi attivi; inoltre, il consumo del tè è raccomandato entro un’ora dalla preparazione per non perdere le prerogative nutrizionali. Il tempo di preparazione è un altro dei fattori che incidono maggiormente sul contenuto di catechine presenti nel tè.
Veniamo ora al caffè: i pareri su tale bevanda sono decisamente controversi. Per diversi anni, infatti, si è dibattuto sul suo potenziale salutare per l’organismo; in base agli ultimi studi, è risultato che in media il consumo di 200 mg di caffeina (all’incirca 2 tazze di moka o 3 tazze di espresso o 1 caffè americano) assunti in una sola volta o di 400 mg al giorno sono innocui. Anzi, tali quantità possono procurare molte ricadute positive sul nostro organismo e diversi effetti positivi sul cervello: maggiore vigilanza e concentrazione, aumento dell’elaborazione delle informazioni e, in alcuni soggetti, effetti positivi sull’umore e sul contenimento della depressione.
È oramai altrettanto noto che gli effetti della caffeina differiscono da persona a persona e dipendono da caratteristiche genetiche non uguali per tutti che, per altro, possono essere indagate attraverso test specifici.