Due diverse tipologie di farmacisti: quelli che lavorano quando gli altri dormono e dormono quando gli altri lavorano, vale a dire i notturnisti, e quelli che, invece, lavorano di giorno ma in un contesto particolare, all’interno di un centro commerciale. Tre domande, le stesse, per due diverse farmacie. Le farmacie coinvolte sono la Farmacia Comunale 42, di via XX Settembre, a Torino, aperta 24 ore su 24 (eccetto la domenica e festivi dalle ore 09,00 alle 19,30) e la Farmacia Comunale 20, collocata – come già anticipato – all’interno del Centro Commerciale “Porte di Torino”.
La prima domanda
La prima domanda è stata relativa alla tipologia di utenti. Chi sono i vostri clienti? Il farmacista della notte ci racconta che i loro clienti suonano «per qualsiasi cosa, ma nella grande maggioranza dei casi, si tratta di vere emergenze (antibiotici, antidolo rifici, antipiretici), di persone che arrivano dal pronto soccorso o dalla guardia medica». Parole, queste, da cui è emersa una grande volontà di natura professionale, quella cioè, attraverso le emergenze, di assolvere a pieno il proprio ruolo sanitario. Il farmacista “diurno”, invece, ci dice che la tipologia dei clienti è varia e che tutti i professionisti della farmacia dedicano gran parte delle loro attività alla consulenza e all’informazione nei confronti dell’utente, «aiutando così il paziente a rispettare l’aderenza alla terapia e la tutela della propria salute». Più che di emergenza, in questo caso, l’elemento fondamentale del servizio offerto dalla farmacia consiste nel dialogo e nello scambio diretto con i clienti, ma in un ambiente veloce e di passaggio come quello del Centro Commerciale.
La seconda domanda
La nostra seconda curiosità è relativa al periodo del lockdown: cosa è cambiato in farmacia? Il farmacista notturnista ci racconta che c’è stata un’importante riduzione del lavoro, dovuto anche a un sensibile calo del turismo, e che, ancora ad oggi, non c’è stata una vera e propria ripresa. Il farmacista della farmacia diurna ha evidenziato le stesse difficoltà: «non eravamo abituati a momenti di vuoto, il flusso di gente, qui, è sempre stato continuo prima della chiusura totale». Questo ci dà conferma del dato nazionale: una farmacia su due ha visto calare fino al 30% il proprio lavoro. È vero che le farmacie sono tra i pochi esercizi a essere rimasti aperti, ma isolamento e smart working, così come la chiusura di parecchie attività commerciali, hanno scompaginato profondamente flussi di traffico e bacini di utenza. Non ci deve stupire, dunque, la somiglianza di queste due risposte. Due farmacie così diverse, ma con un esito comune: un calo consistente negli ingressi.
La terza domanda
L’ultima domanda, proprio in relazione al periodo di crisi, riguarda le stime sul futuro prossimo venturo: come vede il futuro della farmacia? Entrambi i farmacisti sono apparsi ottimisti e hanno messo in luce due aspetti che definiscono l’identità della farmacia: la sua capillarità e la Farmacia dei Servizi, col fine di sostenere il paziente e di migliorare l’uso delle risorse e la riduzione degli sprechi. In che modo? Con una maggiore integrazione della farmacia nel servizio sanitario, puntando su un’offerta plurima di servizi e sulla sfida cruciale della cronicità, «migliorando il percorso di cura, con l’aderenza alla terapia», secondo il farmacista “diurno” e «puntando sulla capillarità della rete per rispondere ai problemi dei cittadini che non richiedono l’accesso al pronto soccorso o alla guardia medica», conclude il farmacista notturnista. Il futuro della farmacia deve, quindi, confrontarsi con un ambiente nuovo ed estremamente dinamico, un modello che ha come obiettivo primario la soddisfazione dei bisogni del cittadino, nella sfera della salute e del benessere. La farmacia del futuro deve puntare sulla “professionalità”, attraverso i consigli del farmacista e la sua competenza sul farmaco; deve poter offrire un’ampia gamma di servizi ed è necessario che abbia una buona organizzazione commerciale attraverso un’ampia e varia offerta di prodotti. È questo il futuro della farmacia: un presidio che, all’interno di una società così eterogenea, sviluppi, come proprio punto di forza, un approccio multidisciplinare, che si adatti sempre più alle esigenze della popolazione. Sia di giorno che di notte.
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