Parliamo di Celiachia

Celiachia gelati

La storia della celiachia parte da molto lontano, un primo caso nel 250 d.C. viene descritto da Areto di Cappadocia, per poi arrivare al 1856, anno in cui venne coniata per la prima volta l’espressione “celiaci”. Anni dopo vennero descritti i sintomi e indicata una dieta, che però erroneamente venne identificata in patate, banane e frumento. Solo nel 1945 venne individuato l’agente responsabile nella farina di frumento. Infatti i bambini celiaci iniziarono a presentare un miglioramento dei sintomi quando durante la II Guerra Mondiale vi fu, per la carestia, l’eliminazione forzata del glutine dalla dieta. Alla fine della guerra arrivarono gli aiuti alimentari: prevalentemente pane e pasta, e i sintomi ripresero.

COSA È LA CELIACHIA

La celiachia è una patologia autoimmune che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti, in seguito all’assunzione del glutine, la frazione proteica alcool-solubile di alcuni cereali tra i quali grano, orzo, farro e segale.
L’ingestione di questa sostanza porta a un’infiammazione cronica dell’intestino tenue che innesca una reazione a livello del sistema immunitario.
Tale risposta porta a un danneggiamento progressivo dei villi intestinali, quelle protuberanze presenti sulla mucosa dell’intestino tenue che sono fondamentali per assicurare un corretto assorbimento delle sostanze nutritive. Tutto ciò può condurre a carenze importanti di nutrienti, e anche se le persone si alimentano apparentemente in maniera corretta si possono manifestare segni di malassorbimento.
Questa malattia colpisce prevalentemente le donne, come è comune per le patologie autoimmuni, ed è in percentuale più presente nella fascia di età adulta, sebbene oggi stia continuando a crescere anche in età pediatrica.
Vi sono sicuramente dei fattori scatenanti che, nel momento in cui intervengono in persone con una predisposizione genetica, possono favorire l’insorgere la malattia: tra questi fattori la gravidanza, il parto, un intervento chirurgico, un’infezione virale oppure uno stress emotivo molto forte.

I SINTOMI

I sintomi sono molto eterogenei e variano da persona a persona. Quelli tipici riguardano solitamente l’apparato digerente, con gonfiore e dolore addominale, diarrea, vomito, costipazione, feci pallide, maleodoranti o oleose, dimagrimento, scarso accrescimento, malassorbimento.

Ad oggi ci sono circa 200 mila pazienti con diagnosi certificata di celiachia, ma secondo il Ministero della Salute sembra che questo dato sia ampiamente sottostimato e che la malattia non sia stata ancora diagnosticata in almeno 500.000 persone. Infatti, se inizialmente la celiachia era stata classificata come malattia rara, i nuovi L EA (Livelli Essenziali di Assistenza) definiti dal DM 12/01/2017 l’hanno riclassificata tra le malattie croniche invalidanti.

La malattia però può manifestarsi attraverso una sintomatologia atipica e alcuni segni indiretti possono essere la spia per sospettare una celiachia: tra questi l’anemia, la perdita di massa ossea (per malassorbimento di nutrienti), artrite, dermatite, alopecia, ulcere e lesioni ricorrenti nella bocca, perdita dello smalto dentario, infertilità, poli-abortività, disturbi del ciclo mestruale.
È fondamentale diagnosticare questa malattia precocemente, perché se non inquadrata può portare allo sviluppo di altre patologie e complicanze, tra cui neoplasie intestinali.

LA DIAGNOSI

Il primo passo per arrivare a una corretta diagnosi di celiachia è il colloquio con il medico di famiglia o il pediatra che dopo anamnesi ed esame obiettivo, se necessario, propone approfondimenti diagnostici, come la ricerca nel sangue di alcuni anticorpi specifi ci (tra cui quelli anti–transglutaminasi). Se risultano positivi, può essere ritenuto opportuno, dopo una valutazione gastroenterologica, condurre un approfondimento sulla positività agli alleli DQ2/DQ8, responsabili della predisposizione genetica, e la gastroscopia con biopsia, ovvero il prelievo di una porzione della mucosa del duodeno (la prima porzione dell’intestino tenue), per verificare la presenza di alcune lesioni della mucosa tipiche di questa patologia.
In particolare si osserva se è presente un’atrofia dei villi intestinali e se c’è un’infiltrazione di cellule del sistema immunitario; al termine le lesioni saranno valutate secondo “la classificazione di Marsh”.
Per la diagnosi in pediatria spesso si riesce a evitare la biopsia, grazie all’elevata precisione del dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi.
Bisogna ricordare che tutti gli esami vanno effettuati quando il paziente è a dieta libera, altrimenti sia i valori degli anticorpi sia la biopsia potrebbero risultare falsati dalla dieta aglutinata.
Inoltre è molto importante sapere che i celiaci, rispetto alla popolazione non celiaca, hanno una predisposizione più elevata a sviluppare altre malattie autoimmuni, quali tiroidite autoimmune, lupus, diabete di tipo 1, epatiti, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren e alcune vasculiti.

La celiachia non è un allergia

È importante fare attenzione: la celiachia non è un allergia. L’allergia al grano infatti ha le stesse caratteristiche di tutte le altre allergie alimentari, con sintomi quali orticaria, angioedema, asma, dolore addominale associato o no al vomito, diarrea esplosiva, shock anafilattico, già dopo pochi minuti dall’assunzione del grano. Queste tipo di reazioni sono mediate da anticorpi facilmente identificabili con i test cutanei (prick test) o con i test sierologici.
Inoltre si è dimostrato che i soggetti con allergia al grano non presentano un aumentato rischio di celiachia.

La sensibilità non celiaca al glutine
“Gluten Sensitivity”

Molti pazienti in cui sono già state escluse, sia l’allergia alle proteine del frumento, sia la celiachia, lamentano i medesimi sintomi gastrointestinali della malattia celiaca ma senza dei veri danni alla mucosa intestinale. Questa è definita sensibilità al glutine non celiaca.

LA CURA

Eliminare i sintomi e ricostituire i tessuti intestinali entro 6-18 mesi si può!
Ad oggi l’unica cura per il paziente celiaco è la dieta rigorosa e permanente senza glutine, facendo anche molta attenzione ad evitare qualsiasi tipo di contaminazione sia in fase di preparazione dei piatti sia in fase di cottura. Attenzione anche quando si fa la spesa: i prodotti che riportano la dicitura ”può contenere tracce di glutine” sono da evitare, cosi come i preparati dove viene aggiunto il glutine come ingrediente. Un occhio di riguardo bisogna averlo quando si va a mangiare fuori, meglio scegliere locali che garantiscano massima attenzione e conoscenza della patologia, perché il rischio di contaminazioni è sempre dietro l’angolo.
Ma tutto ciò non deve assolutamente spaventare.

In natura esistono già tantissimi alimenti privi di glutine, tra questi il riso, il mais, il miglio, la quinoa, il grano saraceno, il teef, il sorgo, la manioca, e qualsiasi varietà di frutta e verdura, nonché la carne, il pesce e le uova.
Questo fa sì che si possa vivere tranquillamente la vita da celiaco non focalizzandosi soltanto sulle privazioni. Inoltre ad oggi in commercio sono sempre di più i prodotti “gluten free” a disposizione, dal pane ai biscotti, dalle pizze ai gelati ecc. Questi alimenti che riportano la scritta “senza glutine” sono certifi cati e garantiti nell’avere un contenuto di glutine inferiore a 20 ppm, quindi praticamente zero! Lo stesso limite vale anche per tutti i prodotti commercializzati in Unione Europea e negli USA.
Per questi alimenti, come per tutti gli alimenti in generale, è sempre bene guardare le etichette, facendo attenzione al profi lo nutrizionale, per cercare di acquistare prodotti che non eccedano troppo in sostanze quali grassi, conservanti e additivi vari, inseriti per dare compattezza e morbidezza.
È molto importante questo, perché l’impossibilità di usare certi cereali nella preparazione di questi alimenti fa sì che siano più poveri in fibre, acido folico, calcio e altri minerali e allo stesso tempo siano più ricchi in grassi saturi, sodio e calorie.

Alimenti senza glutine:

• riso;
• mais;
• miglio;
• quinoa;
• grano saraceno;
• avena (attenzione alle contaminazioni da altri cereali);
• frumento deglutinato;
• teef;
• sorgo;
• amaranto;
• manioca;
• frutta e verdura;
• carne;
• pesce;
• uova.

Cereali che contengono glutine:

• grano;
• frumento;
• segale;
• orzo;
• farro;
• kamut.

IL SUPPORTO DELLA FARMACIA
E DEI FREE FOOD

La farmacia continua ad avere un ruolo fondamentale nella gestione di questa patologia. La presenza del farmacista come interlocutore qualificato, la scelta tra i prodotti certifi cati, la capillarità sul territorio, garantiscono a tutti i celiaci l’accesso e la continuità della dieta senza glutine.
Le farmacie comunali di Torino, da sempre attente al benessere delle persone e ad offrire risposte immediate alle diverse esigenze, propongono oggi una vasta e adeguata gamma di prodotti senza glutine, grazie ai 4 Free Food presenti sul territorio, di cui l’ultimo nato è proprio quello della farmacia comunale 42, in via XX Settembre 5, dove lavoro.
Nella mia esperienza di farmacista ho conosciuto molte persone celiache e di moltissime mi hanno colpito le storie: alcune donne, già in là con gli anni, diagnosticate celiache molti anni fa, con i loro racconti mi hanno fatto molto rivalutare la mia condizione attuale di paziente celiaca; loro non potevano scegliere cosa mangiare mentre io oggi ho molta varietà di prodotti, e ogni volta che le incontro, m’innamoro della luce che vedo nei loro occhi quando ho la possibilità di proporre loro nuovi assaggi, nuovi prodotti e far riscoprire così i gusti di un tempo, quelli che per molti anni non avevano più pensato di poter provare.
La celiachia è una malattia, è vero, ma ormai abbiamo tutti gli strumenti per viverla come un’esperienza di assoluta normalità.

Fonti:
http://www.epicentro.iss.it/problemi/celiachia/
Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia Anno 2016 pubblicata il 19 gennaio 2018.

Ilaria Vitulano – farmacista Farmacia Comunale 42 Torino