Guarire dopo il tumore alla mammella e al colon-retto

a cura della Fondazione AIRC per la Ricerca sul cancro

A qualsiasi età, i tumori alla mammella e al colon-retto sono contraddistinti da alte probabilità di guarigione e sopravvivenza quando diagnosticati al primo stadio. Questo rappresenta il principale risultato di un ampio studio che, per la prima volta in Italia, ha calcolato diversi indicatori di guarigione per fase della malattia su un campione di quasi un milione di persone affette da questi tipi di tumore. “Queste stime riflettono i progressi nei sistemi di prevenzione e nelle terapie degli ultimi anni e sono in linea con i dati europei”, afferma Luigino Dal Maso, epidemiologo del Centro di riferimento oncologico di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, e coordinatore del progetto insieme a Stefano Guzzinati del Registro tumori del Veneto. I risultati dello studio, condotto con il sostegno della Fondazione AIRC, sono stati pubblicati sull’International Journal of Cancer.

Prima di analizzare i dati, è fondamentale chiarire cosa si intende per “guarigione” in tale contesto poiché, come osserva il ricercatore, “questa parola assume significati molto diversi a seconda della prospettiva”. Per i pazienti, guarire può significare riprendere il ritmo della vita che conducevano prima della malattia; per gli epidemiologi, invece, il concetto di guarigione è associato a indicatori come il ripristino di un’aspettativa di vita simile a quella delle persone che non hanno mai sofferto di tumore. “Tra tutte le persone sopravvissute a una diagnosi di tumore, abbiamo stimato la percentuale di pazienti che riescono a raggiungere un’aspettativa di vita equivalente a quella della popolazione generale”, spiega Luigino Dal Maso. “Abbiamo riscontrato che circa l’87,5% delle donne a cui è stato diagnosticato un tumore alla mammella guarirà. Questa percentuale sale a circa il 99% per le neoplasie individuate al primo stadio, mentre scende al 92% circa se la diagnosi avviene al secondo stadio.” Per quanto riguarda i pazienti con tumore colorettale, i risultati sono simili: gli epidemiologi stimano che circa il 90% di coloro che ricevono una diagnosi al primo stadio riesca a guarire.

A queste stime si affianca un indicatore complementare: la probabilità di guarigione. Tale parametro rappresenta la percentuale di pazienti che, al momento della diagnosi, si prevede avranno lo stesso tasso di mortalità delle persone dello stesso sesso ed età non affette da tumore. Secondo i risultati dello studio, questa probabilità supera il 98% per il tumore alla mammella e l’89% per il tumore al colon-retto diagnosticati al primo stadio dopo i 45 anni. “La percentuale è leggermente inferiore per le donne che sviluppano il cancro alla mammella prima di questa età, a causa della maggiore aggressività biologica delle neoplasie in giovane età,” spiega Luigino Dal Maso. “Sfortunatamente, per entrambe le neoplasie e in tutte le fasce d’età, la probabilità di guarigione diminuisce se il tumore viene diagnosticato in stadi più avanzati.”

Unendo questi dati ai risultati di altri indicatori, come quelli sulla sopravvivenza e il tempo necessario per la guarigione, “i numeri ottenuti sono tra loro coerenti”. Quasi tutti i pazienti diagnosticati al primo stadio guariscono dalla malattia”. Tuttavia, per queste persone guarire non significa rinunciare a monitoraggi o trattamenti, qualora siano necessari. Come chiarisce Luigino Dal Maso: “Nel tempo, l’aspettativa di vita si allinea a quella della popolazione generale, proprio perché uomini e donne che hanno avuto il tumore continuano a seguire i percorsi terapeutici e di sorveglianza raccomandati dai medici, in accordo con i protocolli nazionali”.

In conclusione, i risultati dello studio riflettono i progressi nelle terapie per il tumore alla mammella e al colon-retto, ma sottolineano anche due importanti messaggi di prevenzione. Per rilevare precocemente un tumore al seno o al colon-retto, aumentando le possibilità di successo delle terapie, “è fondamentale partecipare agli screening nelle fasce d’età e con la frequenza raccomandate dal Servizio Sanitario Nazionale in ogni Regione,” specifica il ricercatore. Ciò è particolarmente rilevante per il tumore al colon-retto, poiché in Italia meno del 30% delle persone idonee partecipa allo screening e solo una minoranza delle diagnosi avviene al primo stadio. Viene inoltre ribadita l’importanza di adottare stili di vita salutari: non fumare, fare attività fisica, seguire un’alimentazione varia ed equilibrata ed evitare il consumo di alcol. “Queste indicazioni sono valide non solo prima della diagnosi, ma anche e soprattutto dopo, una volta guariti,” conclude Luigino Dal Maso.