Antiossidanti e malattie neurodegenerative: nuove sfide per la ricerca

Di Ombretta Rubicondo

Il cervello è uno degli organi più grandi e complessi del corpo umano, costituito da neuroni che comunicano tra loro attraverso una rete di sinapsi. Questa rete elabora informazioni essenziali per il corretto funzionamento del cervello, il quale può essere paragonato alla CPU di un computer, ma con una differenza fondamentale: il cervello è in grado di elaborare segnali senza seguire un programma predefinito, generando risposte adattative che consentono di apprendere, provare emozioni, compiere movimenti e sviluppare una coscienza. Tuttavia, a differenza di un computer, dove i componenti difettosi possono essere sostituiti, nel cervello danneggiato le cellule neuronali non possono essere rimpiazzate.

Il termine “malattie neurodegenerative” si riferisce a condizioni patologiche debilitanti e incurabili che portano alla progressiva degenerazione e morte delle cellule nervose. Tra queste patologie ci sono l’Alzheimer, diverse forme di demenza, il Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica, solo per citarne alcune. Nel corso degli anni, i ricercatori hanno esplorato nuove vie terapeutiche per sviluppare trattamenti mirati a gestire i sintomi e a rallentare la progressione di queste malattie.

Uno degli ambiti che sta facendo grandi progressi è la Terapia Cellulare, un settore della medicina rigenerativa che sfrutta le cellule staminali per la loro capacità di autorinnovarsi. Inizialmente proposta per sostituire le cellule neuronali danneggiate, si ipotizza ora che le cellule staminali possano anche giocare un ruolo importante nella riprogrammazione tissutale e nella riduzione dello stato infiammatorio, che è una delle principali cause delle malattie neurodegenerative.

Tuttavia, ci sono aree di ricerca che esplorano gli effetti dell’immunoterapia e dei farmaci biologici, come gli anticorpi monoclonali, nel rallentare il declino cognitivo, oltre a innovativi approcci come la terapia a ultrasuoni e la nanotecnologia. Alcune ricerche hanno evidenziato il coinvolgimento dello stress ossidativo nello sviluppo dei disturbi neurodegenerativi, poichè è responsabile di una condizione infiammatoria cronica.

In particolare, uno studio pubblicato sul The Journal of Neuroscience ha contribuito a chiarire il ruolo degli antiossidanti nei processi molecolari sottostanti all’Alzheimer, caratterizzato dalla presenza di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari nei pazienti affetti da questa patologia. Attraverso l’analisi di campioni post-mortem dei tessuti cerebrali di un gruppo di soggetti con la malattia ma resistenti alla demenza, è emersa una diversa espressione dei fattori che modulano la risposta antiossidante. In questi soggetti, la risposta antiossidante sembrava essere più efficace nel contrastare gli effetti dannosi dello stress ossidativo rispetto a coloro che non erano resistenti alla demenza. Con questo studio, oltre ad approfondire il ruolo della prevenzione del danno ossidativo per contrastare i processi neurodegenerativi, è stato possibile ipotizzare come l’apporto bilanciato di micronutrienti con azione antiossidante determini un’influenza positiva bella protezione del danno.

Gli antiossidanti sono delle molecole sentinelle che neutralizzano i radicali liberi e proteggono l’organismo dai loro effetti dannosi. Studi in vitro e in vivo su pazienti con Alzheimer hanno dimostrato che il Resveratrolo, un flavonoide contenuto in alimenti come uva, frutti rossi, cioccolato fondente, possa avere un ruolo nel rallentamento della progressione della malattia. Testata la sua sicurezza e tollerabilità, è necessario condurre ulteriori ricerche per confermare l’effettiva azione benefica e neuroprotettiva. Rispondono all’appello della ricerca di sostanze potenzialmente benefiche per contrastare i meccanismi neurodegenerativi anche altre molecole, studiate per il loro potere antiossidante, quali le vitamine C ed E, il Coenzima Q10 e l’acido lipoico. Non si può parlare di cura, ma di sostanze capaci di contribuire ad assolvere una funzione di difesa nei confronti dei tessuti neuronali, analizzate nella loro forma pura e non nelle concentrazioni contenute all’interno degli integratori alimentari o degli alimenti disponibili in commercio. È essenziale sottolineare l’importanza del rapporto di fiducia instaurato con il medico, nonché tra farmacista e paziente, poichè ciò assicura una comunicazione efficace e consapevole, requisito essenziale per preservare la salute di ciascuno di noi.