a cura del Gruppo Abele Onlus
Il Gruppo Abele nasce nel 1965 a Torino e la sua storia si intreccia con una moltitudine di volti, di nomi e di persone che hanno camminato insieme lungo un tratto di strada più o meno lungo, offrendo ciascuno il proprio contributo e condividendo fatiche, gioie, errori e risultati. Ancora oggi il Gruppo Abele fa costantemente memoria del passato, per poter continuare il proprio operato nel presente e, nel contempo, sforzandosi al massimo per progettare il futuro.
Eppure, in questi sessant’anni il Gruppo Abele ha cambiato pelle più di una volta. Viene fondato grazie alle idee e all’impegno di un gruppo di giovani fermamente convinti che fosse necessario un cambiamento sociale radicale per contrastare le ingiustizie della Torino operaia. Tra i primi obiettivi del Gruppo vi era il bisogno di trovare una risposta al disagio giovanile, partendo dal presupposto secondo cui nessuno nasce irrimediabilmente perduto.
Per comprendere a fondo le basi su cui si fondavano i progetti del Gruppo, occorre considerare che Torino non era affatto la città che oggi noi tutti conosciamo. Il boom economico del Dopoguerra si era tradotto in una costruzione massiva di fabbriche e ciminiere, intorno alle quali sorgevano quartieri operai connotati da una scarsa qualità della vita. Per la maggior parte delle persone che avevano qualificato Torino come la città in cui potersi riscattare, le possibilità di ricchezza restavano spesso soltanto un’illusione, mentre nascevano disuguaglianze, microcriminalità e il consumo di alcol e droghe si diffondeva a grande velocità. Dagli inizi degli anni settanta il Gruppo inizia dunque ad accogliere e incontrare persone con diversi bisogni, che spaziano da situazioni di tossicodipendenza, alcolismo, disagio mentale, povertà e AIDS. Guidata da don Luigi Ciotti, la Fondazione Gruppo Abele ha attraversato le epoche e ha esteso il proprio operato, intervenendo anche in situazioni emergenziali legate a storie di immigrazione, traffico di esserei umani, sfruttamento, prostituzione e discriminazioni.
Negli anni, il Gruppo Abele ha aperto case alloggio e comunità, avviato progetti a sostegno di giovani e famiglie, allestito servizi di prevenzione, informazione e cura. Oggi conta più di 50 progetti tra servizi e comunità, che spaziano dal sostegno a donne e uomini con una o più forme di dipendenza, alla lotta contro lo sfruttamento, ai percorsi di prevenzione con giovani e famiglie – portati avanti soprattutto nelle periferie – fino al costante impegno contro la povertà estrema, che spesso lede i diritti fondamentali dell’essere umano, impedendogli cioè di abitare in case dignitose o di avere accesso alle cure mediche. E ancora, il Gruppo Abele affianca ai servizi di accoglienza e integrazione anche numerosi progetti culturali. Citiamo, a titolo di esempio, “l’Università della Strada”, fondata nel 1978 in qualità di prima realtà in Italia ad occuparsi della formazione degli operatori sociali.
Uno dei presupposti su cui si fonda il Gruppo Abele è la necessità di un lavoro di rete, un processo che costituisce insieme alle persone accolte e che permette loro di valorizzare le inclinazioni personali. Sono inoltre compresi numerosi servizi di prossimità, come il dormitorio, che facilitano i percorsi di inclusione.
Sebbene la storia del Gruppo Abele parta da molto lontano, ancora oggi sono molteplici gli sforzi per offrire un contributo concreto nelle situazioni di disagio sociale. La spinta propulsiva della Fondazione viene, ogni giorno, dall’incontro con le persone più fragili e bisognose, che non chiedono solo aiuto, ma soprattutto rispetto e fiducia, dignità e giustizia.
“Vogliamo cambiare il mondo senza rinunciare a cambiare noi stessi”, recita uno dei nostri motti. Cambiando pelle, appunto, ma non certo vocazione.