Curcuma: la polvere d’oro amica del benessere

Curcuma

a cura di Gigliola Braga

La curcuma appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae, la stessa di cui fa parte anche lo zenzero; a differenza di quest’ultimo, che proviene principalmente dal rizoma fresco, la curcuma deriva invece dalla frantumazione dal rizoma essiccato che fornisce una polvere gialla diffusa soprattutto in Asia meridionale. 

La curcuma viene utilizzata in tutto il mondo a scopi molto diversi anche se il Paese che in assoluto risulta più strettamente legato a questa spezia è l’India, sia perché rappresenta il suo principale produttore, sia perché è il più forte consumatore. È sufficiente pensare che gli Indiani la aggiungono a quasi tutti i piatti a base di carne, di pesce e di verdure. Viene inoltre utilizzata a scopi religiosi durante i riti hindu poiché il suo colore giallo brillante simboleggia il sole. 

La curcuma è uno dei principali pilastri della medicina ayurvedica, praticata tuttora in una parte dell’Asia, e costituisce una fonte di ricerca nell’arcipelago di Okinawa, famosa per i suoi centenari in buona salute che considerano l’ucchin, il nome utilizzato localmente per indicare la curcuma, uno degli alimenti che contribuiscono al loro eccellente stato di salute. 

La curcumina presente al 5% nel peso nella radice secca è il principio attivo di maggiore interesse. A livello scientifico, sono note da anni le sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, ipocolesterolemizzanti e antitrombotiche. Più recentemente la curcumina ha ricevuto una notevole attenzione da parte dei ricercatori per le sue spiccate attività antineoplastiche. Previene infatti la comparsa e lo sviluppo di tumori indotti da vari agenti cancerogeni bloccando in modo eccezionale la crescita di cellule tumorali. Alcuni studi riferiscono inoltre l’intervento della curcumina nel blocco dell’angiogenesi tumorale. La sua caratteristica protettiva è stata verificata in topi transgenici con polipi intestinali spontanei, che costituiscono un importante fattore di rischio per l’insorgenza di tumori, che ne vedevano bloccato lo sviluppo del 40%. Il cancro al colon sembra essere il più sensibile alla curcumina per la riduzione che quest’ultima esercita sui livelli di un enzima che provoca l’infiammazione (COX2), condizione oggi ritenuta predisponente al cancro. 

Gli studi di un ricercatore italiano, Giovanni Scapagnini, sulla capacità della curcumina di prevenire, in modelli sperimentali, l’invecchiamento cerebrale, hanno suscitato grande interesse negli ambienti scientifici e accademici internazionali. Tali ricerche hanno infatti chiaramente dimostrato l’efficacia della curcuma nella prevenzione delle malattie neurodegenerative, in particolare dell’Alzheimer. Studi epidemiologici successivi hanno documentato che in India, dove il curry, e quindi la curcumina, è utilizzata quotidianamente nella dieta come spezia predominante, sia l’Alzheimer che il Parkinson hanno un’incidenza bassissima rispetto a quanto accade in altre parti del mondo. 

A Okinawa la curcuma costituisce parte integrante della dieta quotidiana: viene perlopiù utilizzata come aroma nel tè verde, bevanda che nell’arcipelago è consumata in abbondanza. Questa modalità di utilizzo costituisce una sorta di specialità del posto: tra tè verde e curcuma si ottiene un eccezionale mix di polifenoli, le sostanze in grado di attivare geni protettivi che possono influenzare l’equilibrio tra stato di salute e malattia, oltre a condizionare la qualità del suo invecchiamento, lo stato di benessere e lo sviluppo di patologie degenerative.

Dal punto di vista pratico, si consuma tal quale o nel curry, una miscela di spezie diverse in cui il 20-30% di curcuma si mescola a coriandolo, cumino, cardamomo e vari tipi di pepe, il tutto in proporzioni variabili a seconda delle diverse varietà di curry dove la curcuma è responsabile del tipico colore giallo. La tossicità della curcumina è scarsa e la sua biodisponibilità è discreta, ma pare che l’interazione con la piperina contenuta nel pepe amplifichi più di mille volte la sua benefica azione.