di Federica Porta
Con l’avvicinarsi della primavera è bene essere informati su quali parassiti possono mettere a repentaglio la salute dei nostri animali; solo conoscendoli a fondo è infatti possibile adottare le corrette strategie per prevenire o debellare l’infezione.
Iniziamo dai parassiti più comuni: le pulci.
Difficilmente riconoscibili, le pulci sono parassiti esterni che possono infestare cani, gatti e altri animali domestici provocando un fastidioso prurito. La loro presenza viene identificata nelle feci sotto forma di punti neri visibili a occhio nudo, motivo per cui queste vengono comunemente definite polvere di carbone.
Le uova, microscopici puntini bianchi, vengono depositate sul manto dell’animale e impiegano in media da 2 a 5 giorni per schiudersi. Dopo la schiusa, le larve si dirigono nelle zone buie dell’ambiente infestato e si cibano delle feci delle pulci adulte o di qualsiasi altro nutriente disponibile nell’ambiente circostante. Le larve di pulci non vivono unicamente sul cane o sul gatto, ma si possono trovare anche all’interno delle nostre abitazioni: nelle fessure dei pavimenti, su tappeti, divani, copriletti, sotto i mobili e nelle cucce. Alla fine del suo sviluppo, la larva tesse un bozzolo all’interno del quale si trasforma in pupa, quindi in pulce adulta. Nel bozzolo, le pulci possono resistere a qualunque condizione ambientale, fino a un anno.
I sintomi
Il sintomo più classico è il prurito, generalmente localizzato nella zona lombo-sacrale, alla base della coda, sulla regione interna delle cosce, lungo l’inguine e l’addome e alla base del collo; può anche diffondersi su tutto il corpo, con la comparsa di lesioni dovute al grattamento, caso in cui è consigliato rivolgersi al veterinario di fiducia per adottare la giusta terapia. Nei soggetti predisposti, inoltre, l’infezione può sfociare in una dermatite allergica con conseguenze importanti: anche una singola pulce, infatti, è capace di scatenare una reazione forte che può comportare alopecia, croste e vescicole cutanee.
È il turno delle zecche, parassiti diffusi come le pulci che, però, possono arrecare qualche problema aggiuntivo.
Come si riconoscono?
Le zecche del cane e del gatto infestano i nostri animali da primavera fino a tardo autunno anche se, soprattutto in certe zone a climi temperati, sopravvivono nel terreno a basse temperature, motivo per cui vengono considerate infestanti praticamente tutto l’anno.
Dopo aver intaccato l’ospite, il parassita si fa strada in mezzo al pelo, raggiunge la cute, che perfora con il proprio apparato boccale, quindi i capillari sanguigni più superficiali per nutrirsi del sangue dell’animale.
L’infezione di zecche è pericolosa perché veicola malattie quali:
- babesiosi (piroplasmosi): trascorse 1-3 settimane dal morso, compare febbre molto alta (fino a 42°C), perdita di peso, apatia, anemia e disfunzioni renali; i globuli rossi vengono distrutti, con conseguente colorazione marrone dell’urina. La fase acuta può risultare letale;
- borreliosi: soprattutto nel cane, l’infezione ha spesso un decorso asintomatico. In alcuni casi, però, si presentano febbre, apatia e zoppia dovuta ad artrite a carico delle articolazioni. Spesso l’infezione presenta un decorso cronico, con fasi discontinue di zoppia alternate a miglioramenti;
- anaplasmosi: si manifesta dopo un paio di settimane dal morso con febbre alta e apatia;
- ehrlichiosi: si diffonde lentamente e possono trascorrere anche alcuni anni prima che si manifesti. I sintomi comprendono forti emorragie alle mucose, sulla pelle, alle articolazioni e presenza di sangue nell’urina e nelle feci. Gli animali mostrano apatia ed episodi di febbre alta. Spesso la malattia porta alla morte dell’animale.
Come proteggere i nostri amici a quattro zampe da questi parassiti?
In commercio sono disponibili diverse soluzioni:
- pipette spot on: si applicano sulla cute, da dietro alle orecchie, lungo la linea dorsale fino alla coda; è disponibile un’ampia varietà in termini di efficacia, durata, spettro di applicazione. Il principio attivo più usato è il fipronil, efficace sia sui cani che sui gatti, non tossico e di facile applicazione; di contro, combatte unicamente le infezioni determinate da pulci, zecche e pidocchi, agisce solo sui parassiti adulti, ha una durata di 4 settimane e deve essere applicato lontano dalla toeletta. Al fipronil, viene ultimamente associato un altro principio attivo appartenente alla classe delle piretrine, dalla caratteristica azione repellente; è bene sottolineare, però, che quest’ultimo è altamente tossico per i gatti ed è quindi adatto esclusivamente per i cani;
- spray: si applica sempre sulla cute nebulizzando tutto il corpo, zampe e pancia comprese; è meno utilizzato rispetto alla pipetta, in quanto ha una durata minore, non oltre i 7 giorni, e occorrono molti spruzzi per determinare un buon effetto; si applica principalmente sui cuccioli, che non raggiungono ancora il peso richiesto dagli spot-on;
- shampoo: da utilizzare sull’animale durante la toeletta, è anch’esso poco diffuso in quanto dopo l’applicazione, che causa la morte immediata dei parassiti, entro le 24 ore successive si rende necessaria l’applicazione di altri prodotti contraddistinti da un’azione più duratura;
- compresse: in questo caso il principio attivo viene direttamente ingerito dall’animale. La formulazione è disponibile sul mercato in un’ampia varietà di prodotti, accomunati dallo spettro di azione antiparassitaria, ed è efficace su pulci, zecche, acari della rogna, ma anche su parassiti interni; costituisce inoltre un buon mezzo di prevenzione della filariosi. Le compresse necessitano di ricetta medica; inoltre, non hanno effetto repellente, non agiscono sugli stadi larvali del parassita (per cui non impediscono la contaminazione domestica) ed è necessario che la pulce o la zecca abbia già infettato il sangue dell’animale affinché il prodotto agisca; per questo motivo, è possibile che batteri, virus o protozoi compiono nel parassita una parte del loro ciclo biologico diventando veicolo di malattie. Il principale vantaggio delle compresse riguarda la facilità di impiego: sono infatti molto appetibili perché aromatizzate e determinano una bassissima tossicità sia del cane che del gatto;
- collari antiparassitari: sono utilizzati soprattutto per prevenire l’infestazione da pulci, zecche e pidocchi. Svolgono un’azione repellente e alcune tipologie sono resistenti all’acqua, anche se bagni molto frequenti e prolungati riducono il tempo di efficacia che, generalmente, varia tra i 4 e gli 8 mesi. Presentano un certo grado di tossicità per cui occorre evitare il contatto con neonati e bambini. Può presentarsi irritazione locale nel punto di applicazione e alcuni soggetti, nella prima settimane di utilizzo, manifestano irrequietezza. Devono essere utilizzati a partire dai 2 mesi di vita dell’animale.