Ancora lei, la cistite!

cistite

di Rosalinda Leo 

“Provo un forte bruciore durante la minzione e fatico a svolgere le normali attività quotidiane poiché sento la necessità di urinare con frequenza. Senza dubbio si tratta di cistite!”

Sono moltissime le donne che si recano in farmacia lamentando questa condizione e con la speranza di trovare sollievo dai fastidiosi sintomi.  Basti pensare che, in termini di percentuali, più del 50% della popolazione femminile ha sperimentato nel corso della propria vita almeno un episodio di cistite, mentre si riscontra una minore incidenza nella popolazione maschile. Le ragioni di questa differenza verranno approfondite nelle righe successive.

In realtà, il termine cistite viene spesso utilizzato in maniera generica: esistono alcuni aggettivi specifici che permettono di determinare la cura, la durata o la causa.

Cos’è la cistite?

La cistite è un’infiammazione della parete vescicale molto spesso associata a un’infezione batterica o, con minore frequenza, ad altre cause.

Il sintomo caratteristico è lo stimolo frequente, persistente e urgente di urinare in piccole quantità, associato a un fastidioso bruciore nell’atto della minzione.

Altri sintomi possono essere presenza di sangue nelle urine, febbre, urine opache con odore intenso e dolore e sensazione di pressione nella zona pelvica.

LA CISTITE E I SUOI AGGETTIVI

Cistite batteria

La maggior parte delle infezioni urinarie è causata da batteri di origine intestinale che solitamente popolano flora batterica intestinale: Escherichia coli, Enterococcus faecalis, Staphylococcus saprophyticus, Proteus mirabilis, Enterobacter, Candida, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa. Tra questi, l’Escherichia Coli è responsabile dell’ 85% delle cistiti batteriche. 

Questi microrganismi possono raggiungere la vescica attraverso l’uretra, la diffusione da organi vicini o per via ematica. Ed ecco spiegata la principale causa anatomica per cui noi donne vinciamo la partita della cistite 4 a 1 contro gli uomini: nella donna, infatti, la maggior vicinanza del meato uretrale alle mucose vaginali e all’intestino consente ai batteri di migrare più facilmente dall’apparato genitale o intestinale fino alla vescica. Tale percorso, nella donna è lungo 3 cm circa mentre nell’uomo misura 12-15 cm; inoltre, i succhi prostatici acidi, con azione antibatterica, rendono più difficile l’attecchimento dei batteri.

Cistite acuta

I sintomi della cistite acuta si manifestano in maniera brusca intensa. In alcuni casi, può comparire del sangue nelle urine: si parla così di cistiti emorragiche. 

Se trascurata o curata senza aver verificato la possibile causa, la cistite può ripresentarsi, diventando prima ricorrente e poi cronica.

Cistite ricorrente

La cistite viene definita ricorrente quando si presenta almeno tre volte nell’arco di un anno; la probabilità di cistiti ricorrenti è prevalentemente nelle donne e aumenta con il numero degli episodi precedenti. Tuttavia, tanto maggiore è l’intervallo tra gli episodi infiammatori, quanto minore sarà la frequenza di recidive; è necessario perciò adottare delle misure di prevenzione per ridurre il rischio di infezione.

Cistite cronica

La cistite cronica è uno stato di infiammazione continuo della mucosa vescicale che, molto spesso, si sviluppa dalla forma acuta; a differenza di quest’ultima, però, i sintomi della cistite cronic sono meno intensi e più prolungati.

E spesso riconducibile a una continua proliferazione di batteri o a un persistente stato di infiammazione, anche senza l’intervento di batteri.

Cistite abatterica

In questo caso la mucosa vescicale non è alterata da batteri, ma da altri fattori quali:

  • l’utilizzo di prodotti chimici aggressivi, per esempio detergenti intimi, bagnoschiuma o spermicidi;
  • alcuni tipi di farmaci usati nella radio o chemioterapia;
  • il freddo;
  • i rapporti sessuali (cistite post-coitale o “da luna di miele”).

Gli stimoli derivanti dall’interno sono principalmente:

– ph troppo acido delle urine;

– calcoli renali;

– stitichezza;

– cibi e bevande irritanti.

La cistite abatterica può essere una conseguenza di altre patologie come le malattie autoimmuni, la cistite interstiziale o la storia di ripetute infezioni urinarie che danneggiano la vescica.

Cistite interstiziale

È una patologia cronica della vescica tra le più complesse in ambito urologico: presenta gli stessi sintomi di una cistite normale, ma senza infezione; le cause ipotizzate sono molteplici, ma altrettante risultano ancora sconosciute. A oggi, si parla di fattori ormonali, vascolari, neurologici, ma si tratta di ipotesi, non ancora certe.

Cistite asintomatica

In questo tipo di cistite, il numero di batteri presente nelle urine è superiore al normale, ma non ci sono sintomi. Si preferisce pertanto non prescrivere nessun tipo di terapia, a eccezione di alcuni casi quali la gravidanza, un trapianto renale, malattie autoimmuni o prima di eseguire procedure invasive delle vie urinarie.

DIAGNOSI

Uno degli esami più rilevanti è l’urinocoltura, che permette di calcolare la concentrazione dei batteri nelle urine. Dopo aver lavato accuratamente i genitali, eliminare il primo getto della prima urina del mattino e raccogliere l’urina nel contenitore sterile.

Sono considerati normali valori corrispondenti a 100.000 UFC (batteri) per millilitro; se superiori, l’esame risulta positivo: in questo caso è importante eseguire l’antibiogramma, che permette di identificare il farmaco antibiotico più adatto alla terapia.

PREVENZIONE

Subito dopo essere guarite da un episodio di cistite improvvisa e dolorosa, bisognerebbe adottare alcune abitudini quotidiane preventive, soprattutto se si tende ad avere recidive. Dobbiamo imparare a prenderci cura del nostro corpo anche, e soprattutto, quando stiamo bene e non abbiamo sintomi.

In primis, è bene mantenersi correttamente idratate, assumendo circa un litro e mezzo di acqua al giorno; inoltre, è importante non trattenere l’urina, mantenere una un’accurata igiene intima, utilizzare biancheria intima in fibre naturali ed evitare cibi e bevande irritanti,come caffè, alcol, cioccolata, zuccheri.

Quando usare l’antibiotico?

Diagnosticata l’infezione, attraverso appositi esami, il medico saprà indicare il medicinale più adatto; tra gli antibiotici più efficaci ci sono la fosfomicina, l’amoxicillina, i fluorochinoloni, nitrofurantoina, il sulfametossazolo e trimetoprim.

Attenzione: gli antibiotici devono essere assunti solo dietro prescrizione medica!  Inoltre la terapia antibiotica deve essere portata a termine secondo le indicazioni ricevute, anche se i sintomi della cistite scompaiono.

Rimedi naturali

Molti rimedi fitoterapici possono essere utilizzati per la cura della cistite. Alcune piante contengono composti con azione antisettica e disinfettante e sono inoltre molto efficaci nella prevenzione:

  • D-Mannosio: zucchero estratto dai legni di larice e betulla, raggiunge la vescica dove ingloba i batteri che vengono poi eliminati attraverso l’urina. Può essere utilizzato anche per prevenzione;
  • mirtillo rosso o cranberry: non è il comune mirtillo che troviamo in Italia, ma una variante più grande e di colore rosso che si trova in America. Ha una funzione antibatterica meccanica, impedendo ai batteri di attaccarsi alla parete della vescica;
  • uva ursina: arbusto sempreverde con bacche rosse, il cui principio attivo è contenuto nelle foglie, svolge azione antisettica e molti studi dimostrano che è efficace anche in prevenzione. Calmare il bruciore, attenua gli spasmi e riduce lo stimolo alla minzione.

Altri prodotti naturali con azione antibatterica sono i semi di pompelmo, la verga d’oro, la malva. Tutti questi possono essere utilizzati come primo attacco o in associazione all’antibiotico o come prevenzione.

Ultimi, ma non per importanza, i fermenti lattici: Saccharomyces Boulardii, Lactobacillus Plantarum, Bifidobacterium Longum, Lactobacillus Acidophilus e Rhamnosus.

Abbiamo cercato di tracciare un identikit di questo disturbo così fastidioso e le possibili strategie da adottare per riconoscerlo e contrastarlo.  Ribadiamo però l’importanza di evitare uno spregiudicato uso di antibiotici, almeno non prima di aver fatto esami specifici e sempre dietro prescrizione medica.