di Erminia Venturino
Sarà capitato a tutti di imbattersi in termini dal significato non noto, magari perchè ormai desueti o, al contrario, eccessivamente moderni; del resto, l’evoluzione della lingua rappresenta lo specchio di una società che, negli ultimi anni, si è resa protagonista di molteplici trasformazioni, la cui rapidità è stata accentuata dal progresso tecnologico. È sufficiente portarsi indietro con la memoria di qualche decennio per rendersi conto di quanto siano mutati, in tempi relativamente brevi, gli oggetti che accompagnano le nostre attività quotidiane, uno su tutti il telefono: è incredibile l’evoluzione da quello fisso con disco a rotella allo smartphone e le sue illimitate funzionalità!
Anche la farmacia in questi ultimi anni è stata coinvolta dalla trasformazione digitale, che ha modificato la forma di erogazione del servizio rivelandosi particolarmente utile durante il difficile periodo pandemico. La cosiddetta ricetta rossa, che per tanti anni è stata ritirata presso lo studio del medico di medicina generale, è stata oggi sostituita da quella dematerializzata che consente al farmacista, attraverso un codice univoco detto NRE, di visualizzare la prescrizione dei farmaci e procedere alla dispensazione. Di recente, poi, la Regione Piemonte ha introdotto il servizio attraverso cui il cittadino, previo consenso alla consultazione del proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), può ritirare i medicinali prescritti dal medico esibendo in farmacia la tessera sanitaria.
Inoltre, è sempre più comune effettuare in farmacia esami come l’elettrocardiogramma, l’holter cardiaco e pressorio, alcune vaccinazioni e la misurazione di parametri ematochimici. Molteplici sono le iniziative di sensibilizzazione verso la prevenzione delle patologie croniche, come il diabete o quelle cardiovascolari, ma anche verso gli screening oncologici.
Tutte queste attività definiscono la farmacia quale luogo dedicato alla tutela della salute del cittadino sia attraverso la cura con il farmaco sia contribuendo all’alfabetizzazione sanitaria, ossia la capacità di una persona di ottenere, elaborare e comprendere informazioni sanitarie di base al fine di effettuare scelte consapevoli.
Anche la professione stessa del farmacista è stata soggetta a un profondo rinnovamento, incentivato in modo particolare dal periodo pandemico; oggi, la dispensazione del farmaco non è sufficiente per fronteggiare la domanda di salute perché le richieste rivolte alle farmacie sono cambiate e assai più trasversali. Il Covid ha reso le farmacie poli di riferimento di prima istanza e tale evoluzione è stata percepita dai cittadini che, sempre di più, ne riconoscono il ruolo di presidio sanitario sul territorio.
In quest’ottica, il farmacista si qualifica come un professionista della salute in costante aggiornamento, sempre più specializzato e orientato a fornire un consulto di alto livello al paziente che a lui si rivolge.
Dunque, quella di oggi sembra essere una farmacia molto diversa da quella degli anni passati; ma è realmente così?
Non c’è dubbio che la farmacia italiana sia cambiata, seguendo la modernizzazione e adottando metodi e misure adeguati ai tempi, tuttavia è pur vero che la sua evoluzione non ha mai rotto con il passato: a distanza di secoli, la farmacia continua a costituire un punto di riferimento per la salute di tutti, giovani e anziani, che si abiti in un centro urbano o in un piccolo paese. A chi non è capitato, almeno una volta, di entrare in farmacia solo per un consiglio? Chi non saprebbe riconoscere una farmacia dalla croce verde lampeggiante? A quanti sarà capitato di dire “vado nella mia farmacia di fiducia”? Quest’ultima parola porta con sé molta della storia della farmacia, rimarcando il rapporto che, ieri come oggi, il farmacista instaura con le persone. Questo aspetto, insieme a tanti altri, caratterizza il modello della farmacia italiana, un paradigma che, nel suo continuo processo di innovazione, dovrà sempre essere preservato.