di Nadine Perretti e Simone Boglione
Spesso si sente dire che l’intestino può essere considerato al pari di un secondo cervello. Ma cosa significa tale affermazione?
Il tubo digerente, costituito da esofago, stomaco e intestino, viene regolato principalmente dal Sistema Nervoso Autonomo deputato a regolare le funzioni corporee involontarie e costituito da porzioni anatomicamente e funzionalmente distinte ma sinergiche: queste sono il Sistema Nervoso Simpatico, Parasimpatico ed Enterico o Metasimpatico.
Il SNE dell’uomo è costituito da circa 500 milioni di neuroni, un numero paragonabile a quello dei neuroni del midollo spinale.
Tale caratteristica lo rende parzialmente indipendente dal Sistema Nervoso Centrale: è stato dimostrato infatti che, anche dopo aver reciso le efferenze nervose del tubo digerente, esso è in grado di preservare quasi totalmente la propria funzionalità. Per semplificare questo concetto con un esempio pratico, proprio durante uno di questi studi è stato verificato che negli animali macellati la peristalsi intestinale rimane attiva ancora alcune ore dopo la morte, mentre tutte le altre funzioni risultano cessate.
Il collegamento con il Sistema Nervoso Centrale è comunque garantito dall’innervazione del nervo vago, decimo dei dodici nervi cranici nonché principale costituente del SNA Parasimpatico che ha origine a livello craniale dal midollo allungato, percorre il torace e termina proprio nell’addome a livello intestinale.
Torniamo ora alla domanda da cui siamo partiti: come interagiscono intestino e cervello in quello che viene definito “asse intestino-cervello”? Occorre far entrare in gioco un altro importante protagonista, il microbiota intestinale. Questo è rappresentato dall’insieme di microrganismi che popolano l’intestino e che si occupa di regolare l’equilibrio tra ciò che avviene all’interno e all’esterno di tale organo.
I risultati delle ultime ricerche sono sempre più vicini a confermare l’ipotesi secondo cui il microbiota è in grado di mettere in collegamento diretto il Sistema Nervoso Centrale e l’intestino, attraverso il nervo vago: agli stimoli provenienti dall’intestino, il cervello risponde con segnali che si traducono in reazioni ormonali, motorie o comportamentali.
Alterazioni del microbiota comportano un indebolimento del sistema immunitario, di cui l’intestino fa parte, oltre che contribuire all’insorgenza di patologie come l’obesità, allergie, processi infiammatori e disturbi psichici. Dunque, se l’intestino funziona male, oltre ai tipici sintomi strettamente collegati all’organo, quali mal di pancia, gonfiore, stipsi, dissenteria, si potrebbero avere effetti in altre parti del corpo, anche ben distanti dalla sede di insorgenza dell’alterazione.
È inoltre importante sottolineare il ruolo della serotonina, neurotrasmettitore la cui principale funzione è di regolare i toni dell’umore; considerando che la serotonina viene prodotta principalmente dall’intestino e che il nervo vago costituisce la “via” che permette alla serotonina di salire dall’intestino al cervello, possiamo meglio comprendere la correlazione tra l’apparato gastrointestinale e il cervello.
In osteopatia una delle tecniche cardine è il trattamento viscerale, attraverso cui viene effettuata la manipolazione degli organi della cavità addominale per ripristinarne la funzionalità.
E voi, avreste mai immaginato che l’osteopata si occupa anche di riequilibrare i visceri? Se vi abbiamo colto di sorpresa, consigliamo di rivolgervi a un osteopata di fiducia per fare un’anamnesi e un bel check up generale: magari anche il vostro corpo ha in serbo delle sorprese per voi!