di Nadine Perretti e Simone Boglione
In osteopatia, il termine fascia indica il corpo nella sua interezza. La fascia è costituita da tessuto connettivo fibroso caratterizzato dalla presenza di “blasti”, cellule che producono elastina e collagene. Il nostro sistema nervoso è in grado di produrre più o meno collagene in base alla tensione a cui è sottoposto un determinato tessuto connettivo. Durante il processo di crescita il corpo di un bambino è sottoposto a una tensione continua e prolungata; in questa fase le cellule di collagene si organizzano in fasci, uno in serie all’altro, e producono l’allungamento delle strutture anatomiche; durante l’invecchiamento, invece, il tessuto connettivo dell’anziano è sottoposto a tensioni più brevi e ripetute, per cui le cellule di collagene si dispongono in fasci, questa volta però paralleli gli uni agli altri, così da avere un tessuto più resistente, ma meno elastico.
L’artrosi
Una tra le patologie del tessuto connettivo più note è l’artrosi: si tratta di una malattia fisiologica provocata da tensioni brevi e ripetute a livello del tessuto, che può portare alla formazione di calcificazioni, oppure determinare la perdita progressiva di tessuto cartilagineo. L’osteopata è in grado di prevenire l’insorgenza della patologia poiché quando i fenomeni di addensamento di collagene sono già avviati e stabilizzati di fatto risultano irreversibili o trattabili con tecniche di chirurgia invasiva.
Altro aspetto importante è il ruolo della fascia nel sistema circolatorio. I blasti, che costituiscono il tessuto connettivo della fascia, oltre a collagene e elastina, secernono il liquido lacunare che fornisce gli elementi organici al sistema linfatico attraverso una rete di capillari. Un blocco fasciale potrebbe quindi causare delle stasi linfatiche, ovvero accumuli locali di liquido. Anche in questo caso il ruolo dell’osteopata è molto rilevante, sia in fase preventiva che in fase acuta: il professionista, infatti, può esercitare delle tecniche specifiche in grado di accelerare e ripristinare la fisiologia della circolazione lacunare, determinando il riassorbimento dei liquidi in eccesso.
Il sistema fasciale può anche essere sede di dolori, generalmente non acuti ma piuttosto persistenti e a rischio di recidiva, provocati dall’alterazione meccanica e strutturale a cui il corpo è sottoposto tramite le tensioni di cui abbiamo parlato. Le tecniche volte al riequilibrio fasciale vengono chiamate pompages: l’osteopata esercita trazioni alternate a rilasci in maniera ritmata e differente, in base allo scopo che ci si propone di ottenere.
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