di Cecilia Deiana
Prevenzione
Quando utilizziamo il fuoco o ci esponiamo a elevate temperature, possiamo correre il pericolo di ustionarci.
A seconda della loro gravità, le ustioni si suddividono in tre tipologie:
- di primo grado (la più lieve);
- di secondo grado;
- di terzo grado (la più grave).
I principi generali di valutazione e di trattamento delle ustioni sono quelli indicati sia dall’OMS che dalla società americana di riferimento per le ustioni, l’American Burn Association. In base alle linee guida internazionali, le ustioni minori sono quelle che coinvolgono meno del 15 % della superficie corporea nell’adulto e meno del 10% nel bambino.
Come si misura la superficie ustionata?
Si utilizza la regola del 9, secondo cui il corpo umano viene suddiviso in zone e ogni zona rappresenta un 9%, o suo multiplo, a eccezione dei genitali, che rappresentano l’1%.
Le ustioni di primo grado
Sono quelle che interessano lo strato più superficiale dell’epidermide e, a differenza delle ustioni di grado maggiore, non vengono trattate nei Centri per Grandi Ustionati.
Il comportamento generale da adottare nei casi di ustioni minori è di allontanare immediatamente la fonte di calore e abbassare la temperatura della zona ustionata mediante acqua corrente a temperatura ambiente; mai utilizzare, invece, il ghiaccio in quanto peggiora l’ustione.
L’acqua è utile anche per la detersione e la pulizia dell’area, che potrebbe essere contaminata da batteri, mentre non è indicato utilizzare prodotti chimici.
Nel limite del possibile, occorre poi rimuovere gli eventuali tessuti presenti sull’ustione. A volte i tessuti, soprattutto quelli sintetici, tendono a rimanere adesi all’area interessata dalla scottatura: in questo caso la loro rimozione non è indicata perché si corre il rischio di asportare anche parte della cute. Si consiglia poi di evitare pomate a base grassa che alimentano il calore e che possono, quindi, peggiorare il danno.
Le ustioni di secondo grado
Sono caratterizzate dalla presenza di flittene, cupole ripiene di liquido conseguenti a uno sbalzo termico sufficiente a richiamare i liquidi verso l’esterno. Dopo aver lavato le aree interessate con acqua corrente, le flittene devono essere trattate in modi diversi in base alla loro dimensione. Le flittene, infine, non dovrebbero essere aperte senza le accortezze che riducono il rischio di contaminazione batterica.
Le ustioni di terzo grado
Sono le più gravi e richiedono il pronto soccorso immediato presso una struttura di emergenza. Contrariamente alle ustioni di primo e secondo grado, in quest’ultimo caso il dolore sarà assente, in quanto vengono coinvolte anche le terminazioni nervose. Nei giorni successivi, occorre effettuare il cambio della medicazione e progressivamente lasciare l’ustione ormai cicatrizzata all’aria, per favorire la riepitelizzazione. Il lavaggio della ferita può essere effettuato con acqua o con clorexidina diluita all’1% (1gr/litro). Come per tutte le ferite, anche per le ustioni è importante verificare la copertura antitetanica.