di Nadine Perretti e Simone Boglione
Le tendinopatie sono delle patologie infiammatorie a carico dei tendini. Quando vengono interessati da un fenomeno infiammatorio, i tendini vanno incontro a ispessimento e irrigidimento progressivo.
Nella maggior parte dei casi, le infiammazioni a carico dei tendini sono originate dall’esecuzione di movimenti ripetitivi o sussultori. I sintomi riferibili a una tendinite sono algia acuta e localizzata che compare quando si attivano il tendine infiammato e il suo muscolo di riferimento. Chi pratica sport può avvertire dolore a inizio allenamento, che tende a scomparire quando la muscolatura si scalda, per poi ricomparire a freddo. Nei casi più gravi, invece, il dolore è talmente acuto da causare l’interruzione dell’attività sportiva.
Le tendinopatie vengono diagnosticate attraverso ecografie o risonanze magnetiche, mentre in ambulatorio possono essere individuate attraverso l’anamnesi e la palpazione. La migliore terapia per queste patologie è il riposo funzionale dell’articolazione coinvolta; anche il ghiaccio rappresenta un valido aiuto, da applicare almeno 4 volte al giorno per 20 minuti direttamente sul tendine. In fisioterapia sono molto utili gli ultrasuoni che, emettendo onde ad alta frequenza, hanno la capacità di far “vibrare” impercettibilmente queste corde aiutandole, in un certo senso, a ripristinare lo stato fisiologico in tempi brevi; nei casi più gravi il medico specialista può ritenere necessaria la somministrazione di farmaci antinfiammatori per via orale. I tempi di guarigione sono generalmente abbastanza lunghi e la durata è correlata anche al momento in cui le tendiniti vengono riconosciute e si dà inizio al trattamento.
Le tendiniti più comuni si manifestano a carico del gomito (epicondilite o gomito del tennista ed epitrocleite o gomito del golfista), della caviglia (tendinite del tendine d’Achille), del ginocchio (tendine rotuleo) e della spalla (sovraspinato). In alcuni casi, dalle tendiniti si possono sviluppare forme croniche, che prendono il nome di tendinosi, oppure si possono formare delle calcificazioni. Per “romperla” sono necessarie sedute di onde d’urto, che hanno lo scopo e la capacità di frammentare le neoformazioni. Per quanto riguarda le cisti tendinee, esse possono regredire spontaneamente in seguito a un periodo di riposo e allo scarico funzionale e/o ai trattamenti fisioterapici; se questo non dovesse essere sufficiente, in alcuni casi viene indicata l’asportazione chirurgica.