di Martina Carosio
“Mi sta chiedendo di raccontare come sia lavorare in una farmacia di periferia… questa non è affatto una domanda scontata! Lei come descriverebbe l’arcobaleno?”
Seppur inconsapevolmente, la dottoressa Teresa Terranova, direttrice della Farmacia Comunale 41 in Via degli Abeti 10, non avrebbe potuto trovare un’espressione più adatta a narrare la vita lontana dal centro città: solo le sfumature ci consentono di delinearne i contorni.
Nero corvino, grigio ombra, marrone scuro.
Spesso, le storie di periferia finiscono per assomigliare a racconti già scritti, di cui conosciamo fin troppo bene il finale. Ci narrano di difficoltà oggettive, che faticano a trovare una soluzione, mostrandoci barriere fisiche o invisibili.
Viola ametista, indaco.
Allo stesso tempo, però, queste sono storie di persone di cuore, come ripete più volte la dottoressa, che non si nascondono dietro alle avversità ma che anzi scelgono di rispondere con tenacia e resilienza.
“Le persone che abitano in questa zona hanno risposto con forza alle difficoltà oggettive con cui convivono, ricercando una certa autonomia e intessendo tra loro rapporti stretti. In tale contesto, questa farmacia si è trasformata, nel tempo, in un vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti della zona; il farmacista non si qualifica soltanto come un dispensatore di farmaci, ma è innanzitutto una persona con cui condividere le angosce e le piccole gioie quotidiane. Di fatto, noi farmacisti svolgiamo il ruolo di primo presidio sanitario sul territorio”.
Verde trifoglio, celeste, blu notte.
“E perché non un bel blu perlato? Mi sembra un colore piuttosto appropriato per descrivere tutte le farmacie dislocate in periferia e, più in particolare, quella in cui svolgo la mia professione”. La dottoressa Giuseppina De Cesare, direttrice della Farmacia Comunale 13 in Via Negarville 8/10, risponde con un sorriso, “credo infatti che un colore luminoso come questo rifletta bene l’anima della farmacia, che tenta di offrire soluzioni concrete alle richieste dei cittadini. Qui prevalgono le terapie di mantenimento e i servizi volti a monitorare patologie croniche; ciò potrebbe suggerire l’immagine di un contesto statico ma, al contrario, questa farmacia è in piena evoluzione. Per continuare su questa strada, però, il rapporto tra cliente e farmacista dovrà intensificarsi e il dialogo rappresenta sicuramente uno degli strumenti più potenti per perseguire tale obiettivo. Occorre comunicare, in modo da comprendere fino in fondo le specifiche esigenze di ogni paziente”.
Giallo ocra, arancio cadmio, rosso.
“Rosso fuoco! È il colore che meglio esprime la passione per il mio lavoro”, dice la direttrice della Farmacia Comunale 40 in Via Farinelli 36/9, la dottoressa Giuseppina Ciccopiedi. “Sebbene nel corso degli anni la mia professione sia mutata molto, qui riesco ancora a sentirmi un farmacista nel senso più autentico del termine: un professionista della salute accreditato, capace di dispensare consigli autorevoli. Negli ultimi anni, la farmacia ha certamente accelerato il passo: abbiamo implementato i servizi, tentando di adeguarci ai bisogni dei nostri pazienti. Eppure, soprattutto dopo la crisi pandemica, nei clienti alberga un forte senso di rassegnazione: la farmacia, in un prossimo futuro, dovrà trovare gli strumenti per rispondere alle esigenze che si presenteranno”.
Questa prospettiva non ci deve però spaventare: senza alcun dubbio la farmacia saprà colorarsi di nuove soluzioni, una per ciascuna circostanza che ci troveremo ad affrontare. Solo così il nostro arcobaleno potrà arricchirsi di nuove, e imprevedibili, sfumature.