di Martina Carosio
“La forma di egoismo più intelligente è l’altruismo.”
La celebre citazione di Jacques Attalì ci smuove qualcosa dentro e ci costringe ad alcune riflessioni: altruismo ed egoismo sono due facce della stessa medaglia? La generosità è soltanto una maschera dietro a cui si nasconde l’egoismo?
La storia di Albert Bruce Sabin ci offre una possibile chiave di lettura per comprendere a fondo questa frase.
Nato nel 1906 da una famiglia polacca di religione ebraica, negli anni della Guerra Sabin scelse di emigrare negli Stati Uniti. Dopo la laurea in medicina, i suoi primi studi sulle malattie infettive lo portarono a imbattersi nel virus della poliomelite, definito poliovirus che, in quegli anni, rappresentava una vera e propria piaga sociale. Dopo la fine della guerra, nel 1953 Sabin si concentrò sulla realizzazione di un vaccino attivo contro la poliomelite: quest’ultimo conteneva il poliovirus presente in forma attenuata, cioè incapace di provocare la paralisi delle fibre nervose. L'organismo in cui veniva introdotto il virus attenuato produceva gli anticorpi specifici, in grado di proteggere l’organismo da una successiva infezione.
Dopo un iniziale scetticismo, il vaccino di Sabin, che poteva essere somministrato per via orale tramite una semplice zolletta di zucchero, si diffuse in tutta l’Unione Sovietica e in alcuni Paesi dell’Est Europeo. Dal 1959 al 1961 furono vaccinati milioni di bambini provenienti dai Paesi dell'Est, dell'Asia e dell'Europa.
Il vaccino antipolio di Sabin venne autorizzato in Italia nel 1963 e reso obbligatorio nel 1966: l’ultimo caso di poliomelite registrato nel nostro Paese risale al 1982.
L’aspetto più incredibile della storia di Sabin non riguarda tanto la sua eccezionalità in qualità di scienziato. Infatti, Sabin, dopo aver trascorso decenni nella ricerca e nello sviluppo dell’antipolio, scelse deliberatamente di non brevettare la sua invenzione, rinunciando così allo sfruttamento commerciale da parte delle industrie farmaceutiche affinché il prezzo contenuto permettesse una più vasta diffusione della cura.
Albert non guadagnò nulla dalla diffusione in larga scala del vaccino, anzi, continuò a vivere per tutta la vita con il suo stipendio da docente universitario, insegnandoci una delle lezioni oggi più che mai attuale: nessuno è davvero al sicuro finché non lo sono tutti e, in questo senso, la generosità è la forma di egoismo più intelligente in assoluto.