di Silvia Fersini
Negli ultimi mesi di emergenza pandemica siamo stati spesso colti da momenti di sconforto, talvolta addirittura di rabbia, nei confronti di una situazione su cui non avevamo alcun tipo di potere. Ma, forse, è proprio in questi momenti che occorre sforzarsi e tentare di concentrarsi soltanto sulle emozioni positive, se non altro per via del loro effetto benefico sulla salute. In questo articolo, perciò, parleremo di gioia, da intendersi come uno stato di viva, completa e incontenibile soddisfazione che consente di sfoggiare un sorriso anche nelle giornate più grigie.
La gioia è un vero e proprio sentimento, ossia uno stato della vita interiore. I sentimenti, a differenza delle emozioni che sono fugaci e transitorie, sono estremamente stabili e corrispondono al modo con cui osserviamo noi stessi e il mondo. Si strutturano nel corso degli anni in funzione delle esperienze che abbiamo vissuto e, nel contempo, guidano la nostra tendenza a vedere sempre il lato positivo delle cose, ad amare le sorprese oppure a vivere con preoccupazione ogni cambiamento.
Conservare la gioia dentro di sé può risultare davvero complicato, soprattutto in quest’ultimo periodo, così come lo è altrettanto invitare gli altri a provarla. E allora, occorre ingegnarsi un po’ e trovare il proprio personale stratagemma per riconoscere e trattenere la gioia quando quest’ultima ci sfiora. Un gesto di generosità, la disponibilità a regalare un po’ del nostro tempo a chi ci è caro, prendersi cura di se stessi, rinsaldare un rapporto trascurato, offrire o chiedere perdono per un dolore ancora vivo. In fondo, la gioia è più intensa quando viene condivisa.
E allora, durante questo inverno che si preannuncia lungo e difficile, in cui saremo chiamati ad assumere un ruolo attivo per il contenimento dei contagi, mettiamoci alla ricerca della strada che ci conduce alla gioia, per il nostro bene certo, ma anche per indicare la via a chi è ancora lontano dal raggiungimento del proprio traguardo.