Per un neonato il latte, meglio se materno, rappresenta l’unica fonte completa di nutrimento necessaria per la crescita, ma con il passare dei mesi le esigenze nutrizionali del bambino cambiano.
A luglio 2016 il Ministero della Salute ha pubblicato le nuove linee guida per lo svezzamento, elaborate nel corso di quasi due anni di lavoro da un gruppo di esperti, che ha studiato le fasi di questo delicato passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea a una semi-solida prima e solida successivamente, caratterizzata dalla progressiva introduzione di alimenti diversi dal latte.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia l’allattamento al seno esclusivo nei primi 6 mesi di vita, ma specifi ca che “Laddove non sia possibile attendere i 6 mesi il divezzamento non dovrebbe avvenire prima della 17esima settimana e comunque non oltre la 26esima”. Quindi non esiste un momento preciso e uguale per tutti i lattanti per iniziare lo svezzamento, ma esso comunque è consigliato a partire dal 4° mese di vita. A questa età il bambino è ormai pronto da ogni punto di vista (psicologico, motorio, digestivo) ad un tipo di nutrimento diverso dal latte materno e potrà accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi.
Questo non vuol dire però smettere con il latte materno: l’allattamento è il modo migliore per dare al bambino, allo stesso tempo, nutrimento e sicurezza e rappresenta un riferimento affettivo rilevante per l’acquisizione dell’autonomia. Per questi motivi l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce, alle mamme che lo desiderano, di continuare ad allattare il proprio figlio fino al secondo anno e anche oltre.
IL MOMENTO GIUSTO PER INIZIARE LO SVEZZAMENTO
Secondo le linee guida internazionali può essere corretto iniziare lo svezzamento a quattro mesi compiuti, ma lo può essere altrettanto rimandare il momento al termine del sesto mese di vita:
l’ampiezza del range è in linea con l’idea che l’elasticità dovrebbe essere il criterio base a cui attenersi per rispettare i tempi del bambino.
Ma questa libertà d’azione non sempre è apprezzata dalle mamme, che vorrebbero indicazioni maggiormente precise su come comportarsi.
Di fatto, molto dipende da come si comporta il bambino nutrito esclusivamente con il latte. Le domande da farsi, per capire se è opportuno cominciare lo svezzamento precocemente oppure attendere sono:
ALLATTAMENTO AL SENO
DURANTE LO SVEZZAMENTO
Oggi si ritiene che continuare ad allattare al seno il proprio bambino anche dopo l’inizio dello svezzamento rechi sicuri benefici.
In particolare, per il bambino: protezione contro le infezioni gastrointestinali e respiratorie, riduzione dell’incidenza di alcuni tumori pediatrici, in particolare linfomi e leucemie, riduzione del rischio futuro di obesità, di diabete tipo 2, di malattie cardiovascolari.
I benefi ci per la madre sono: la riduzione del rischio di cancro al seno e all’ovaio, di diabete mellito di tipo 2; una maggiore capacità in età senile di far fronte all’osteoporosi e alle sue complicanze in quanto l’apparato scheletrico si è “abituato” al rilascio di calcio durante il periodo dell’allattamento.
- cresce in modo soddisfacente con il solo latte, l’aumento di peso è costante e regolare?
- il suo sonno è sereno e ininterrotto oppure si sveglia spesso perché è affamato?
- di giorno è allegro, tranquillo o, al contrario, nervoso, irritabile, lamentoso?
Se la situazione è globalmente positiva si può rimandare l’inizio della svezzamento, in caso contrario è consigliabile cominciarlo.
Un’altra variabile da considerare è data dal modo con cui accoglie un cucchiaino di frutta omogeneizzata o frullata: se quando gli viene offerto inghiotte il contenuto agevolmente, senza più accennare al movimento della suzione, probabilmente sarà arrivato il momento dei primi assaggi di pappa.
I PRIMI CIBI DIVERSI DAL LATTE
A prescindere dai bisogni nutrizionali, lo svezzamento rappresenta un momento delicato e importante per l’acquisizione di comportamenti e attitudini del piccolo di fronte alle esperienze gustative e all’accettazione del cucchiaino. L’ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti non riveste più l’importanza che un tempo gli veniva attribuita e può variare in base alla preferenza del bambino e della famiglia, su indicazione del pediatra. Non è necessario posticipare il consumo da parte del bambino del pane e della pastina (contenenti glutine). È invece assolutamente valida la raccomandazione di non esagerare con l’offerta di cibi salati e ad alto contenuto proteico. Gli errori più comuni nella prima alimentazione sono dovuti infatti all’eccesso di formaggio, formaggini e carne, che appesantiscono il metabolismo del bambino e possono anche orientare le sue preferenze future verso un’alimentazione meno sana, perché con troppe proteine e con troppo sale. Nel caso di allattamento artifi ciale bisogna evitare la tentazione di aggiungere nel latte biscotti e creme anche nei primi mesi. Si aspetterà almeno il 4° mese e possibilmente il 6°, procedendo con uno svezzamento secondo linee guida generali analoghe a quelle valide per il bambino allattato al seno.
L’alimentazione del bambino deve essere varia, ben bilanciata, povera di grassi animali e deve prevedere cotture a vapore, in acqua bollente o al forno. Per condire va usato solo l’olio extravergine di oliva a crudo.
Si può cominciare ad offrire al bambino frutta e pappine, ma senza forzare il bambino, consentendogli di toccare il cibo nel piatto e mangiare con le mani, alternando cibi diversi per colore, sapore e consistenza. Il cibo inizialmente non accettato va riproposto con pazienza in giornate successive, eventualmente preparato in modo diverso.
I primi alimenti da offrire, in base anche all’accettazione del bambino, sono:
- vegetali cotti e tritati come patate, carote;
- frutta: banana, pera, mela grattugiata;
- crema di riso nel latte;
e successivamente
- carboidrati: riso, mais, tapioca;
- proteine (senza eccedere): agnello, pollo, vitello, manzo, coniglio, pesce.
COSA EVITARE
A tutti gli alimenti preparati per i bambini non devono essere aggiunti né zucchero (può favorire la carie), né sale, né miele (mai sotto l’anno di vita perché potrebbe contenere un batterio molto pericoloso, il botulino). Meglio evitare alimenti a contenuto ridotto di grassi come alcuni tipi di latte e yogurt, perché il grasso è importante per un organismo in crescita, specialmente per il cervello. Le regole generali da osservare sono molto semplici:
- non fare uso di sale da cucina. L’organismo del piccolo non ne ha bisogno e in più non riveste alcuni utilità abituare il bambino al gusto salato;
- non dolcificare alcunché. Sia lo zucchero bianco che il miele non dovrebbero trovare posto abitualmente nell’alimentazione del bambino in quanto da un lato non sono indispensabili per una crescita regolare, dall’altro lo abituano a prediligere i sapori dolci, aprendo la strada al rischio di sovrappeso fin dai primi anni dell’infanzia;
- non utilizzare olio, burro, margarina o strutto per cucinare, ma impiegare in alternativa a questi grassi il brodo vegetale oppure la semplice acqua;
- ricordarsi che il bambino non può masticare, quindi offrire sempre cibi sminuzzati con la massima cura.
PREPARARE LA PRIMA PAPPA
Per la mamma è fondamentale imparare a preparare la prima pappa, perchè questa sarà la base di tutte le altre pappe salate che proporrà al bambino man mano che cresce, aggiungendo o carne o pesce o formaggio o uovo.
La preparazione è semplice e gli ingredienti sono pochi: acqua e verdure biologiche (generalmente si comincia con una carota, una zucchina e una patata e poi, con il procedere delle settimane, si possono aggiungere le altre verdure di stagione con le quali è possibile preparare un brodo vegetale), farine vegetali (di riso, di mais, di tapioca), parmigiano.
Di seguito alcuni suggerimenti per preparare un brodo “perfetto”:
- le verdure possono essere immerse direttamente nell’acqua oppure cotte al vapore. L’importante è che la cottura sia lenta, in modo che il brodo assorba piano piano tutti i principi nutritivi, i sali minerali e le vitamine delle verdure presenti;
- almeno fino all’anno di età il sale va evitato completamente. In questo modo il bambino si abitua al gusto vero degli alimenti che mantengono il loro sapore originale e si evita di sottoporre i reni del bambino ad un eccessivo lavoro;
- se le verdure sono biologiche la cosa ideale sarebbe cuocerle con la buccia, perché è proprio nella buccia che si concentrano i maggiori principi nutritivi.
DOPO IL PRIMO ANNO
Compiuto l’anno di vita il bambino può mangiare quasi tutto, ma non può essere considerato un piccolo adulto, in quanto ha esigenze nutrizionali specifiche. Innanzitutto continuare a preparare
i cibi evitando l’aggiunta di zuccheri e sale, evitando o limitando il consumo di alimenti e bevande con zuccheri aggiunti. Il latte vaccino non dovrebbe superare i 200-400 ml al giorno, per evitare un’eccessiva assunzione di proteine.
Gli esperti del Ministero della Salute sottolineano che per i più piccoli l’alimentazione dovrebbe essere formata per il 50% da carboidrati, per il 40% da grassi (preferibilmente derivanti da pesce azzurro, trota o salmone, di cui se ne consigliano 2-3 porzioni a settimana) e solo per circa il 10% da proteine.
Fonti:
documento completo del Ministero della salute
www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2520_allegato.pdf
Bambine e bambini del mondo
www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_29_allegato.pdf
ABITUDINI ALIMENTARI E OBESITÀ INFANTILE
Le prime esperienze con il cibo tendono a creare le abitudini alimentari che i bambini avranno per il resto della vita.
In particolare oggi si pone molta attenzione alla prevenzione dell’obesità infantile, raccomandando ai genitori di aiutare i propri figli sia a mangiare correttamente sia a seguire uno stile di vita sano.
Nel 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito una Commissione per porre fine all’obesità infantile, per rivedere, sviluppare e colmare le lacune delle strategie già in essere. La Commissione ha quindi elaborato alcune raccomandazioni per affrontare efficacemente l’obesità infantile e adolescenziale nei diversi contesti del mondo, raccomandando una sana alimentazione e promuovendo l’attività sportiva fin dall’infanzia.
Paola Difino – farmacista FC 25 Experta