Uno degli argomenti che riscuotono maggiore interesse sui social e sui media riguarda i vari scandali veri e presunti legati alla sicurezza degli alimenti che mangiamo. In un Paese come l’Italia dove il cibo non è solo nutrizione ma emozione, cultura e tradizione, gli effetti di questo fenomeno sono significativi:
secondo i dati Eurobarometro (un sondaggio svolto dall’Unione europea nel 2010) oltre 80% degli italiani è preoccupato per il cibo che mangia.
Questo eccesso di preoccupazione potrebbe essere anche uno dei fattori in grado di contribuire, secondo alcuni esperti, all’aumento dei casi di disordini alimentari negli adolescenti rilevati da alcuni Centri specializzati nazionali ed europei.
I casi legati alla possibile presenza di ormoni nelle carni o di pesticidi nella frutta e verdura, alle mozzarelle blu, all’olio di palma, sono solo alcuni degli argomenti che continuano a creare interesse tra i consumatori che cercano risposte da fonti non sempre attendibili con la possibilità di incorrere in notizie errate o prive di fondamento, le famose “bufale”, che rischiano di creare ansie ingiustificate o la sottovalutazione di rischi reali con conseguenti scelte sbagliate o non opportune.
In tale contesto, e sulla base dei lavori di analisi sulla percezione del rischio legato al consumo di alimenti condotti negli ultimi anni dal Centro Interdipartimentale di Ricerca e Documentazione sulla Sicurezza Alimentare (Ce.I.R.S.A.), gruppo di lavoro multidisciplinare e multi professionale dell’Asl To5 attivo dal 2005, nasce il progetto Sicurezza nel piatto realizzato in collaborazione con le direzioni didattiche e gli insegnanti degli istituti professionali Agrari e Alberghieri presenti sul territorio dell’Asl To5.
COS’È IL CEIRSA
Il Centro di Ricerca Interdipartimentale e Documentazione sulla Sicurezza Alimentare (Ceirsa) gruppo di lavoro multidisciplinare e multi professionale, nato da una convenzione tra Asl To5 e Aress con sede presso la struttura Igiene della produzione degli alimenti di origine animale dell’ASL TO5. È attivo dal 2005 e si avvale della collaborazione di esperti appartenenti ad altri enti quali le facoltà di Medicina veterinaria, di Medicina e chirurgia, di Agraria di Torino, l’istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta, l’Arpa Piemonte, il Dors.
Tale progetto di fact-checking (trad. verifica delle notizie) ha l’obiettivo di fornire agli studenti che stanno già seguendo un percorso formativo relativo alle produzioni animali e vegetali con relativa gestione del territorio, all’industria della trasformazione e commercializzazione agro-alimentare ed alla ristorazione pubblica/collettiva, gli strumenti per una lettura critica delle notizie legate alla sicurezza degli alimenti.
DECALOGO MINIMO PER IL RICONOSCIMENTO DELLE BUFALE
- Controlla sempre l’indirizzo web
- Dai un’occhiata alla sezione “Chi siamo”
- Occhio alla spunta blu sui profili social
- Diffida dei titoli troppo urlati!
- Risali alla fonte primaria
- Cerca sempre altre conferme
- Verifica la data e le località
- Assicurati che non sia uno scherzo
- Attento ai fotomontaggi
- Pensa prima di condividere!
Tratto dalla “guida galattica per gli esploratori di notizie” pensata dall’associazione Factcheckers (factcheckers.it), che riunisce un gruppo di giornalisti, social media verifiers, web developers e che si occupa di educational fact-checking per diffondere la cultura della verifica delle fonti tra studenti, docenti, organizzazioni educative.
L’iniziativa ha previsto una prima fase di “ascolto” tra esperti e insegnanti mediante focus group gestiti da psicologhe del’Asl TO5 e una seconda fase di approfondimento gestita da medici veterinari esperti in sicurezza alimentare, sempre insieme agli insegnati, basata su quanto emerso dagli incontri precedenti. In una terza fase è stata realizzata una serie di incontri tra gli studenti, che nel futuro dovranno occuparsi di produrre gli alimenti e di utilizzarli, e gli esperti mediante un percorso interattivo (anche con l’uso di questionari on-line e discussione dei risultati in tempo reale) con la mediazione degli insegnanti, per sperimentare le modalità di lettura critica delle notizie al fine di individuare le fake news (in italiano notizie false) spesso allarmistiche, riguardanti la sicurezza alimentare.
È importante che il contrasto alla disinformazione su un argomento delicato come l’alimentazione parta dalle scuole, coinvolgendo prima di tutto gli insegnanti e poi a cascata gli studenti, perché i danni provocati dalle false notizie possono avere conseguenze molto gravi, sia sulla salute che sull’economia.